Mundaun, la recensione

Mundaun è un horror ambientato tra le Alpi Svizzere che ci ha stupito per stile e atmosfera, garantendoci ore di sana inquietudine

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Uscito nel 2021 su PC, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, Mundaun è un titolo passato abbastanza in sordina. Un’avventura horror in prima persona ambientata tra le Alpi Svizzere dal grande potenziale, ma rimasto celato alla maggior parte del pubblico. Sino a oggi. Nel recente evento di Annapurna Interactive, infatti, il celeberrimo publisher ha annunciato di aver acquistato i diritti di pubblicazione del gioco. Una mossa molto furba, che ha permesso a Mundaun di raggiungere anche PlayStation 5 e Xbox Series X|S, approdando così su tutte le piattaforme disponibili sul mercato.

Forte di questa nuova ondata di pubblicità, l’opera targata Hidden Fields può ora conquistare un più vasto numero di persone, che potranno così apprezzare il lavoro svolto dal team di Michel Ziegler. In occasione della release su current gen, abbiamo avuto occasione di giocare al titolo nella sua versione per le più recenti piattaforme Microsoft. Eccoci qui, quindi, per raccontarvi dell’avventura di Curdin, protagonista di un viaggio a tinte horror capace di lasciare il segno.

UNA GITA IN MONTAGNA

La trama di Mundaun vede un ragazzo di nome Curdin che, in seguito alla misteriosa morte del nonno, torna nel suo paese natale sulle Alpi Svizzere. Una volta raggiunto Mundaun, nome della cittadina che dà anche il titolo al gioco, Curdin si accorge subito che c’è qualcosa che non va. Le poche persone si comportano in modo strano e una misteriosa forza aleggia tra le case di legno e pietra. Una forza dal volto di un uomo anziano, che sembra conoscere molto bene il ragazzo e la sua famiglia.

Il punto di forza dell’intera opera di Hidden Fields sta proprio nell’atmosfera surreale e nell’ambientazione scelta per raccontare la vicenda. Bastano pochi minuti per trovarsi incuriositi dagli scenari montani delle alpi svizzere, accompagnati dal doppiaggio in romancio. Per chi non lo sapesse, stiamo parlando di una lingua parlata in Svizzera da meno di quarantamila persone e nata all’incirca nell’Alto Medioevo. Questa cura per la tradizione emerge dalle varie aree che ci troveremo a visitare, mentre la storia si fa via via sempre più interessante. Mundaun regala un paio di colpi di scena ben riusciti, alternati ad altri più prevedibili. Il tutto spaventando raramente, ma inquietando per la maggior parte del tempo. Non siamo di fronte a un titolo basato sui jump scare, infatti, bensì a un’avventura lenta e oscura, capace di rimanere ancorata al giocatore anche una volta appoggiato il pad.

LA SEMPLICITÀ PRIMA DI TUTTO

Mundaun è un titolo in prima persona, basato principalmente sulla narrativa. Il gameplay, infatti, rimane abbastanza superficiale, senza mai stupire davvero. Alcuni enigmi ambientali che ci siamo trovati a risolvere sono stati abbastanza stimolanti, senza mai diventare tediosi. Questo garantisce al gioco un buon ritmo, che permette al giocatore di terminare l’avventura in circa sette ore senza mai bloccarsi per lungo tempo.

Gli sviluppatori hanno inserito anche degli scontri con alcuni avversari, che non vi riveliamo per non rovinarvi la sorpresa. Il problema, però, è che questi scontri sono forse l’elemento meno riuscito del gioco. Potremo combattere i nemici con dei forconi, che si danneggeranno a ogni utilizzo, o con un "antico" fucile. Il problema è che il combat system all’arma bianca è quasi del tutto assente e che anche il gunplay non riesce mai davvero a convincere. Si tratta di caratteristiche che non danneggiano la produzione, che ovviamente punta su altri aspetti, ma che ci fanno interrogare sulla reale necessità di inserire questi elementi all'interno del gameplay.

UNO STILE UNICO

Vi basta guardare un trailer di Mundaun per capire come il suo stile estetico sia tanto particolare, quanto interessante. Hidden Fields ha realizzato l’intero gioco utilizzando dei modelli 3D, sui quali poi sono stati sovrapposti dei disegni di Michel Ziegler, director e art designer del progetto. A questo è stato poi aggiunto un filtro seppia che rende il tutto ancora più particolare, contribuendo all’atmosfera finale. Il risultato è un comparto artistico atipico, ma che proprio per questo risulta uno dei punti di forza del titolo. Buono il comparto sonoro, che vanta il già citato doppiaggio in romancio e una soundtrack perfettamente integrata con la narrazione.

Mundaun doveva essere un gioco sviluppato da una sola persona, ma con l’avvicinarsi della release Ziegler ha capito di aver bisogno di aiuto per trasformare la sua idea in realtà. Una mossa senza dubbio sensata, che ha permesso al gioco di venire pubblicato e di raggiungere un livello qualitativo più che sufficiente. Se da un’avventura horror cercate una valida atmosfera, la storia di Curdin è esattamente quello di cui potreste aver bisogno. Il gameplay scricchiola un po’, ma è evidente che l’obiettivo primario del gioco sia un altro: affascinare e inquietare con un'avventura ambientata in una location mai vista prima in un videogioco. Un risultato che possiamo dire raggiunto, facendoci ben sperare per il futuro dello sviluppatore svizzero.

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