Multiversity 4, la recensione
Abbiamo recensito per voi Multiversity 4 di Grant Morrison e Frank Quitely, nuovo capitolo dello straordinario viaggio nel Multiverso della DC Comics
In The Multiversity - Pax Americana (questo il titolo originale dell'opera) sono protagonisti i personaggi della Charlton Comics, i quali poi sono diventati proprietà della DC Comics. Questi risiedono e operano su quella che viene denominata come Terra-4 nel Multiverso DC: Blue Beetle, Question, Peacemaker, Nightshade, Capitan Atom e Sergente Steel sono gli eroi di questo mondo, un mondo nel quale non esistono superumani (con l'importante eccezione di Capitan Atom), un mondo nel quale i vigilanti mascherati non sono più visti di buon occhio, dopo essere stati per anni veri e propri agenti governativi, garanti della sicurezza a livello globale.
La magnifica complessità di Pax Americana si evince a pieno sin dalla prima pagina della storia, la quale ci mostra uno degli ultimi eventi in ordine cronologico, e forse quello più saliente, raccontato a ritroso, quasi come fossimo di fronte al riavvolgimento di un nastro di una vecchia VHS: se avete apprezzato un film come Memento di Christopher Nolan, non potrete non entusiasmarvi nello scoprire come Morrison ha impostato lo storytelling dell'albo. Le 40 pagine di racconto ci mostreranno gli eventi che hanno portato alla situazione attuale, narrati con puntualità dal presente al passato, salvo alcune sapienti eccezioni, ossia momenti che ci faranno tornare al presente per alcuni istanti. Il lettore avrà dunque modo di assistere ad alcuni momenti chiave della storia dei protagonisti, che forniranno una panoramica più ampia del tutto, senza però risolvere ogni quesito insito nella natura di questa storia: tale aspetto è una scelta voluta e mirabile dello sceneggiatore, e si confà al meglio alla natura di questa miniserie, della quale proprio il lettore è parte integrante.
Lo straordinario talento creativo del visionario Morrison esplode in tutta la sua grandezza in Pax Americana: lo sceneggiatore si dimostra estremamente capace nel realizzare una storia che, in termini di complessità e potenza narrativa, ha ben pochi eguali (per non dire nessuno) nel fumetto supereroistico attuale. Il quarto capitolo di Multiversity richiede senza dubbio più di una lettura: il tempo e lo spazio sono quanto mai intricati in questa storia, grazie alla capacità dello scrittore di piegare queste due dimensioni al suo volere, facendo entrare il lettore in una giostra emozionale dalla quale non si vorrebbe mai dover scendere. Ogni pagina racchiude una storia a sé, ed è dotata di un simbolismo di non facile accessibilità, ma che, una volta colto, consente di apprezzare al meglio un albo nel quale è il dettaglio, spesso sapientemente nascosto, a fare la differenza.
Una storia del genere non avrebbe mai potuto vedere la luce senza l'apporto di un disegnatore in grado di farsi carico di un compito assai arduo: è qui che entra in gioco quel grande artista che è Frank Quitely, il quale conosce Morrison tanto bene da poter essere forse l'unico a mettere su carta le folli (in senso buono) idee sulle quali si fonda questo racconto. In Pax Americana Quitely compie un lavoro eccellente, accompagnando al suo già celeberrimo stile, iperrealista e pop, uno storytelling regolare e aggraziato, in grado di rendere assai chiara e fluida un storia potenzialmente insidiosa, data la sua complessità. I due artisti sono stati evidentemente assai complici nella realizzazione del racconto e si sono divertiti in questa sfida: per averne un'idea si guardi alla onnipresenza del numero 8, spesso rappresentato in maniera sibillina nelle vignette della storia (le stesse vignette in cui la pagina è suddivisa sono, quasi sempre, proprio 8).
Per avere un'ulteriore prova (come se ce ne fosse bisogno) del talento di Quitely, si guardi alle pagine 14 e 15, ognuna delle quali è divisa in 16 vignette (in totale 32) di egual dimensione: in questa sequenza ci vengono narrati tre episodi distinti, avvenuti in tre momenti nel tempo diversi, svoltisi però nel medesimo luogo, l'Istituto Pax. Da una vignetta all'altra la storia si sposta dal presente al passato prossimo, e poi a quello remoto, e poi ancora di nuovo nel presente, in una danza formidabile che trascende il tempo stesso, dando al lettore una sensazione di piacevole spaesamento, senza sacrificare la comprensione del contenuto narrativo.
In conclusione, Multiversity 4, albo edito da RW-Lion, rappresenta forse il climax dell'epopea ideata da Grant Morrison, volta a ridefinire (e ordinare) la natura del Multiverso DC Comics come mai fatto prima d'ora: le realtà alternative sono un tratto costituente della casa editrice e finalmente abbiamo la possibilità di apprezzare a pieno la straordinarietà di questo panorama: "E il naufragar m'è dolce in questo mare", è proprio il caso di dirlo.