Ms. Marvel vol. 2: Generazione Xché, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo volume Panini di Ms. Marvel, la premiata serie creata da G. Willow Wilson e Adrian Alphona

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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La vita di Kamala Kahn è radicalmente cambiata da quando è entrata in contatto con le Nebbie Terrigene. La giovane pakistana che vive a Jersey City ha infatti acquisito i poteri di una mutaforma e un fattore rigenerante che le permette di guarire da qualsiasi ferita. Quella che doveva essere per lei una serata di svago e divertimento in cui abbracciare la sua voglia di normalità, partecipando a una festa, si è trasformata in una prova di maturità e crescita che metterà in discussione le sue adolescenziali convinzioni; ma Kamala non ha molto tempo per riflettere e adattarsi a questa sua nuova condizione: in maniera forse ancora inconsapevole si è infatti gettata subito nella mischia, ricevendo la sua prima sonora batosta. Ciononostante non ha rinunciato a mettersi sulle tracce dell’Inventore, criminale legato ai tanti casi di sparizioni di ragazzi della zona.

In questo secondo volume edito da Panini Comics dedicato a Ms. Marvel e intitolato Generazione Xché, continuiamo a seguire le vicende di Kamala, alla prese con questo strambo avversario dalle fattezze di un volatile: riuscirà a venire a capo di tutte queste misteriose sparizioni e a catturare l’Inventore? Basteranno i suoi poteri e l’aiuto inaspettato di Wolverine e Lockjaw per ribaltare una situazione che la vede nuovamente soccombere?

Tanta, davvero tanta roba in questi nuovi capitoli di Ms. Marvel che compongono il secondo arco narrativo firmato da G. Willow Wilson e Adrian Alphona, ai quali si aggiunge Jacob Wyatt al tavolo da disegno. Se nel precedente volume la Wilson ha compiuto un ottimo lavoro di presentazione della protagonista e di tutto il cast di comprimari, ora la scena è interamente catturata - dalla prima all’ultima pagina - da Kamala e dal suo tentativo di acquisire maggiore confidenza con il ruolo di eroina, con i suoi poteri e un corpo in trasformazione. Una ragazza che ha sempre sognato un mondo fatto di missioni per salvare il mondo e scontri all’ultimo sangue con avversari dai più disparati poteri, si trova improvvisamente catapultata in una realtà supereroistica che perde i contorni del sogno e assume quelli acuminati di uno scontro letale.

La caratterizzazione che l’autrice utilizza per plasmare dal nulla questo interessante personaggio sublima su carta quella che può essere considerata l’età della crescita e dello sviluppo: l’adolescenza. I tratti tipici di questo periodo che abbiamo vissuto tutti emergono con le ansie, le paure e i desideri di Kamala. Parlando attraverso la sua creatura, la Wilson lancia un’accusa non tanto agli adolescenti di oggi, quanto più alle generazioni precedenti, sempre pronte a puntare il dito contro di loro e ad accusarli di immobilismo, sciatteria e di buttar via il loro tempo, presi come sono dai loro smartphone. Una fotografia lucida e critica di una situazione che trova il consenso di chi scrive e offre interessanti spunti di riflessione.

Azione, avversari e robot che sembrano usciti da un manga giapponese, la tensione amorosa celata dietro un rapporto di amicizia tra Kamala e il suo amico Bruno Carrelli, i siparietti comici con i suoi genitori, Amu e Ammi, e il cane Lockjaw - che a tratti ricorda il rapporto tra Occhio di Falco e il suo cane Lucky - le nascenti dinamiche con supereroi più affermati e famosi: sono tutti elementi che corrono al meritato successo di questa serie che, mantenendo viva la tradizione della Casa delle Idee, riesce a portare una ventata di freschezza nel panorama del fumetto mondiale; non per nulla ha vinto il premio come miglior serie all'ultimo Festival di Angouleme.

L’aspetto grafico del volume trova in Alphona il suo punto di forza nonché una perfetto interprete delle intuizioni e del mood che la Wilson ha voluto trasmettere in fase di scrittura. Le matite di Jacob Wyatt mantengono lo stesso stile caricaturale e cartoonesco, ma il tratto abbozzato e spesso impreciso convince poco sulla lunga distanza, lasciando non pochi dubbi.

Non basta decidere di mettere al centro di una storia un’adolescente musulmana dai poteri inumani per decretare il successo di una serie: Ms. Marvel, invece, grazie alla sua scrittura vivace, divertente e a uno stile grafico accattivante e fiabesco, si conferma una delle migliori letture in assoluto degli ultimi anni.

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