Mr Robot 4x05 "405 Method Not Allowed": la recensione
Giocando con il silenzio e l'ansia, Mr Robot ha tirato fuori un altro episodio da antologia
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Il quinto episodio stagionale di Mr. Robot è racchiuso tra due parentesi parlate – che sono le uniche della puntata – e che lo definiscono su più livelli. La prima frase è pronunciata da Darlene a Elliot, recuperato dopo i fatti tragici del bosco, e semplicemente afferma che "non c'è bisogno di parlare". La frase finale è pronunciata invece da Vera a Krista, e, parafrasando un minimo, è "dobbiamo parlare". Il gioco qui è semplice e sfacciato, e lo sarà per tutto l'episodio. Sono battute che definiscono una situazione specifica, ma che oltrepassano il loro significato letterale per andare a colpire la mente dello spettatore. Il resto dell'episodio, intitolato Method Not Allowed, è infatti privo di dialoghi.
Poi davvero muta non lo è mai. In più momenti la vicenda parla e si racconta, tramite messaggi in chat che esprimono pensieri, veicolano informazioni, comunicano obiettivi. E poi, in una puntata per vari motivi visivamente più impattante del solito, ancora più spazio è dato alle forme dell'hacking. Nello specifico qui l'obiettivo è entrare nella Virtual Realty, la compagnia che conserva i server della banca di Cipro. Elliot e Darlene ci riescono, mentre Dom è in missione per conto della Dark Army e Krista, ignara di ciò che la colpirà alla fine della puntata, semplicemente fa un giro per negozi in un clima di quiete che già anticipa tempesta.
A proposito, l'esagerazione nella fuga potrebbe indispettire qualcuno, ma sarebbe un errore. In più momenti la missione di Elliot è accostata alle assurde gesta di McClane in Trappola di Cristallo (con la sua scherzosa diatriba se si tratti di un film di Natale oppure no), e tutto serve a confermare l'autoconsapevolezza nell'esagerazione ricercata. È semplicemente un effetto voluto, che avrebbe stonato in qualunque altro episodio di Mr. Robot, ma che qui deve essere accettato proprio perché la puntata ha fin dall'inizio spostato se stessa su un linguaggio diverso rispetto al solito. E ce lo ricorda continuamente con intelligente ironia.