Mr Robot 4x04 "404 Not Found": la recensione

Episodio semplice, lineare, eppure molto denso il quarto dell'ultima stagione di Mr. Robot, quasi racchiuso in una bolla fuori da tempo e spazio

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Spoiler Alert
Mr Robot 4x04: la recensione

Episodio semplice, lineare, eppure molto denso, questo quarto dell'ultima stagione di Mr. Robot. Come tutte le puntate della stagione, il titolo contiene un gioco di parole, in questo caso basato sul codice 404 Not Found. Si potrebbe star qui a tirare fuori le più disparate interpretazioni su cos'è questo non trovato, e non arrivare comunque a nulla. La serie di Sam Esmail rimane inafferrabile nelle sue fascinazioni, trascinata dagli exploit autoriali di chi la scrive, o forse la sogna. Ecco, su tutta la puntata, ambientata alla vigilia di Natale, cala una patina onirica che culla tre storie racchiuse in una bolla fuori dal tempo, dallo spazio, dalla serie stessa.

Elliot, Tyrell e Mr. Robot sono insieme. Il loro furgone viene rubato. Chiedono indicazioni in un market. Entrano in un bosco alla ricerca di una scorciatoia. Litigano sul senso del loro legame. Ritrovano il furgone. Un uomo della Dark Army spara a Tyrell prima di suicidarsi. Tyrell si allontana e, presumibilmente, muore di fronte ad una luce blu di cui forse non conosceremo mai la natura. Ma ci sono altre due storie qui, molto diverse tra di loro ma accomunate dal concetto di solitudine, che rimane un cardine nella costruzione e definizione dei personaggi. Dom, sola a casa, vagheggia sull'invito di una sconosciuta trovata in chat, solo per scoprire che la sua fantasia tra erotismo e autoreclusione è appunto solo un sogno. Darlene accompagna un uomo ubriaco vestito da Babbo Natale a casa, sente di dover fare qualcosa per lui, ma scopre infine che è sempre stata lei quella bisognosa d'aiuto.

Si tratta in fondo di un bottle episode atipico perché, rispetto a come accade di solito in questi casi, non è la dimensione spaziale a chiuderne i contorni. Non ci troviamo in un'ambientazione riconoscibile e finita, anzi, è proprio la disgregazione continua dei riferimenti e dello spazio circostante a isolarlo dal resto. Non è qualcosa di immediatamente comprensibile, ma dopo pochi minuti diventa chiaro. Il riferimento qui è l'episodio Pine Barrens dei Soprano, cardine di scrittura della serie e, stando a quante volte viene citato o omaggiato, della serialità tutta.

Gli incontri, l'ambientazione, le svolte nella serie sono esagerate e sopra le righe. Il bosco nel quale, rigorosamente mostrati come se fossero tre, si perdono Elliot, Tyrell e Mr. Robot è un non-luogo delimitato da alberi spogli e nebbia. Qui la morte assume più forme, da un cervo investito all'autista del furgone allo stesso Tyrell. E i protagonisti sono lì, calati in uno scenario simbolico, persi in un bosco oscuro alla ricerca di un sentiero. Lo stesso per Darlene, che inizia la propria notte registrando un messaggio per Elliot che non manderà mai, e finisce per fare quella stessa confessione ad un perfetto sconosciuto.

È citato La vita è meravigliosa, ma nella notte di Natale non è quello sconosciuto – che arriva dal nulla come un angelo incontrato sulla strada – a dover essere salvato, bensì proprio Darlene. Perfino Dom, la cui semplice storia poteva essere calata nelle solite atmosfere paranoiche della serie, trova un nuovo livello di interpretazione se accostata alle altre. Si parla sempre e comunque di solitudine, di trovare un senso nel mondo rispetto a ciò che si è e rispetto alle persone che ci apprezzano per ciò che siamo.

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