Mr Robot 4x01 "401 Unauthorized": la recensione
Mr Robot ritorna per l'ultima stagione con un episodio emotivamente fortissimo, che rilancia la storia verso la sua conclusione
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Due anni e un Oscar dopo, Rami Malek è ancora una volta Elliot Alderson, l'hacker che ha cambiato il mondo. Sam Esmail torna alla creatura televisiva che gli ha dato fama – nel frattempo è arrivato Homecoming – e lo fa per tredici puntate che chiuderanno la storia di Mr Robot. Già la première, intitolata con un gioco di parole 401 Unauthorized, introduce l'atmosfera natalizia che farà da sfondo all'intera stagione. Tutt'altro che una carola di Natale, la scrittura della puntata affonda nell'elaborazione del disagio profondo che colpisce tutti i protagonisti. C'è chi soccombe al proprio dolore, e chi tende ad una risposta – rivoluzionaria o meno, si vedrà – che serve ad allontanare la sofferenza.
Sam Esmail è spietato e definisce fin dalla prima scena la posta in gioco della stagione. Non le concede pieno riscatto, forse solo un barlume di consapevolezza a guidarla nella sua ostinazione. Primo di una serie di percorsi virtualmente importanti che possono interrompersi all'improvviso. Capiterà ancora poco dopo, con il personaggio dell'avvocato Freddy Lomax (Jake Busey), colpevole di crimini sessuali, ricattato per ottenere informazioni sulle attività della Dark Army. Qui da un lato c'è un richiamo alla prima scena della prima stagione in cui vedevamo Elliot all'opera come "vendicatore di torti". Ma c'è anche tutta la determinazione di chi ha chiuso fuori dalla porta il senso di colpa (parlerà con Darlene a proposito della morte di Angela) per concentrarsi sull'agire.
Elliot, che ormai appare abbastanza in sintonia con Mr Robot, sembra l'unico a voler reagire. E d'altra parte anche in lui qualcosa non va. Ce lo fa notare la sua controparte, quando sottolinea che il protagonista ha cessato di fare monologhi e rivolgersi allo spettatore. L'anima metanarrativa della serie sopravvive comunque, e non potrebbe essere altrimenti. In una scena vediamo una brevissima apparizione di Emmy Rossum, moglie di Sam Esmail, e poi dello stesso creatore della serie, che si rivolge a Elliot dicendogli "goodbye friend". Qui la scrittura raccoglie furbescamente la tensione disseminata nella puntata, cerca di prenderci in contropiede, e il tentativo è ben giocato.
Le informazioni di Freddy conducono Elliot in una trappola, un appartamento artefatto nel quale piombano gli agenti della Dark Army. Il nome fornito, John Garcin, proviene dal testo teatrale A porte chiuse di Sartre, simbolicamente vicino a temi e scenari dell'episodio (la frase chiave del testo teatrale, "l'inferno sono gli altri" si adatta bene al contesto). Destinato a morire, Elliot ha dei flash di ciò che è stato e di ciò che poteva essere stato. I titoli di coda sul nome di Sam Esmail lasciano il posto ad una "resurrezione" post-credits del protagonista, salvato da Philip Price. La battaglia ricomincia.