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Bellissimo sesto episodio di Mr. Robot, che ruota tutto intorno ad una fuga di prigione

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Spoiler Alert
La cosa più bella di Mr. Robot sono i piccoli momenti. La perfetta costruzione della tensione che anticipa il logo della serie che emerge senza una vera opening (un po' come accadeva in Fargo), i volti dei protagonisti ora gettati in un angolo dell'inquadratura ora che galleggiano nella scena, come nello splendido momento conclusivo dell'episodio, un personaggio che per pura coincidenza definisce la E Corporation "evil incarnated" facendoci sussultare, le occhiaie aliene di Elliot, un incontro surreale per le scale e tanto, tanto altro. Questo sesto episodio, che si apre sulla minaccia formulata la scorsa settimana da Vera, e si chiude sull'attuazione di quella stessa minaccia, è forse il migliore della stagione: porta Mr. Robot ad un livello ancora più alto.

Tutto ruota intorno alla necessità di far uscire lo spacciatore di prigione in un tempo brevissimo, appena una giornata. Da quello che capiamo in realtà normalmente non sarebbe un compito così difficile da eseguire, con la giusta preparazione, ma sono proprio i tempi ristretti a mettere in difficoltà Elliot. La cosa peggiore, come lo avverte Mr. Robot in una delle sue apparizioni estemporanee, è il fatto che si tratta di un gioco a somma zero, in cui il protagonista comunque vada difficilmente ne uscirà intero. Mr. Robot aveva ragione: anche dopo un paio di svolte inattese, come il ruolo del fratello di Vera, siamo sempre lì a credere che tutto andrà per il meglio, e invece così non è. Il piano di fuga riesce – la scena di sicuro non cerca il realismo a tutti i costi, ma è comunque un po' assurdo che per tutto il tempo non appaia nessuna guardia – ma ci sarà comunque più di una vittima. L'adorabile Shayla ci lascia, ma ci aveva già lasciato fin dall'inizio, morta nel bagagliaio dell'auto dei rapitori.

Si può parlare della tensione che corre lungo tutto l'episodio, della corsa verso l'obiettivo, ma ancora una volta tutto si riduce a piccole cose. Non è tanto la scoperta del cadavere in sé, ma è il modo in cui la camera oscilla per più di un minuto senza mostrarci il corpo, solo ruotando intorno a Elliot, mostrandoci la sua reazione disperata, il suo spezzarsi, la debole luce di normalità che aveva adocchiato che si spegne ricacciandolo nell'ombra. Solo allora, quasi in un gesto liberatorio, la camera scivola verso il basso mostrandoci Shayla. Piccole cose, come la scena iniziale che non volutamente non definisce l'ambiente all'interno di una tavola calda, mostrandoci Elliot e Shayla che parlano, e solo dopo, all'improvviso, allargando ai rapitori seduti al tavolo accanto.

Piccole cose, come Scott, il nuovo CTO, che ribalta completamente e a sorpresa il trionfo di Tyrell della scorsa settimana, proprio quando credevamo che questo personaggio fosse invincibile. Segue un momento surreale tra Tyrell e sua moglie, con un sottofondo assordante e fantastico.

Mr. Robot sì/Mr. Robot no: lo so, è sfiancante aprire la stessa parentesi ogni settimana. Stavolta il personaggio di Slater non interagisce con nessuno al di fuori di Elliot. Se la scorsa volta tutto sembrava puntare in direzione della sua esistenza, questa volta la scrittura fa di tutto per convincerci del contrario. Nel dubbio continuiamo a goderci una delle migliori serie dell'anno.

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