Mr. e Mrs. Smith
Una coppia sposata affronta una crisi nel loro rapporto. Quello che non sanno è che entrambi sono degli agenti segreti sotto copertura. Veicolo commerciale per mostrarci Brad Pitt e Angelina Jolie in tutto il loro splendore. A parte i due modelli, il resto è da dimenticare…
Peccato che il resto sia sostanzialmente da buttare. E’ difficile infatti capire il senso di quello che avviene successivamente, quando i due scoprono il rispettivo lavoro del coniuge. Ora, non è che ci si aspetterebbe un rigore degno dei romanzi di Le Carré (in cui le spie sono l’antitesi del glamour e ogni azione viene fatta lontana dalla luce dei riflettori). E’ evidente che siamo dalle parti di 007, con tutte le assurdità (che possono anche essere deliziose) del genere, tra tecnologia avveniristica e massima esposizione possibile. E non è il caso di scandalizzarci nel vedere un regista (Doug Liman) più interessato ai corpi che alla storia, tanto da dare l’impressione di assistere ad una sorta di Baywatch spionistico (in particolare, quando ci viene presentata il team tutto femminile diretto dalla Jolie, che ovviamente non ha alcuna ragione di essere, se non una meramente estetica).
D’altronde, il grosso problema è che, a differenza di James Bond, le due spie-sposate devono essere apparentemente normali (e capaci di errori stupidi) per aiutare l’identificazione del pubblico, ma d’altra parte devono sconfiggere decine di nemici senza battere ciglio. Nel genere agenti-segreti-per-ridere, era decisamente meglio il primo Spy Kids.
Ora, l’unica speranza è non dover vedere un sequel. Ma visto il successo negli Stati Uniti, è una speranza che probabilmente non verrà esaudita…