Mozart in the Jungle (terza stagione): la recensione
Mozart in the Jungle torna per la sua terza stagione, con un'ambientazione per larga parte italiana
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Quindi, spostiamoci a Venezia in compagnia del maestro Rodrigo De Souza (Gael Garcia Bernal, sempre più a suo agio nel ruolo), e della suonatrice di oboe Hailey (Lola Kirke). Divisi all'inizio, si ritroveranno in ruoli particolari sullo sfondo del ritorno sulle scene di una famosa cantante lirica di nome Alessandra (Monica Bellucci) soprannominata La Fiamma. Intorno a questo ingombrante personaggio, ai dubbi che la circondano nell'ambiente che non crede a un suo possibile ritorno, si consuma una nuova fase professionale del maestro e dell'allieva storici della serie, sempre meno ingessati in questi due ruoli ma pronti a chiedere qualcosa di più all'uno e all'altro.
La musica, come detto, rimane sempre il punto fermo della storia. L'abbraccio delle note rimane sempre lì a cullare il distacco nostro, e dei protagonisti, dai loro problemi personali. Su tutti gli episodi vale la pena citare il settimo, molto sperimentale, proprio perché girato come un falso documentario (il documentarista è interpretato da Jason Schwartzman). Nel cast l'altro volto noto familiare al pubblico italiano è quello di Christian De Sica, che interpreta l'agente di Alessandra. Tornano poi i volti storici, quello immancabile di Malcolm McDowell nei panni del direttore Pembridge e quello di Saffron Burrows nei panni della musicista Cynthia.