Moving Out, un divertente party game che vi farà passare la voglia di traslocare | Recensione

Moving Out è un simulatore di traslocatore, party game dai toni decisamente demenziali, spassoso in solitaria, divertente in multiplayer

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Moving Out, un divertente party game che vi farà passare la voglia di traslocare | Recensione

Moving Out, esattamente come Good Job!, puzzle game per Nintendo Switch che abbiamo recensito solo qualche giorno fa, è un gioco dedicato agli imbranati di tutto il mondo, a tutti coloro che non riescono a concludere una giornata senza causare qualche piccolo (e grande) danno urtando inavvertitamente qualcosa, mancando rovinosamente una presa, incespicando maldestramente in qualche ostacolo.

In particolar modo in questo periodo di reclusione forzata, la produzione del Team 17 può inaspettatamente svelare benefici effetti catartici, rivelandosi il passatempo perfetto per chi non può, ma vorrebbe tanto scaricare un po’ di tensione con della sana attività fisica o, perché no, sfogando le proprie smanie distruttive facendo in mille pezzi oggetti, mobili, una casa intera.

Moving Out è un simulatore di traslocatore, party game dai toni decisamente demenziali e caciaroni, spassoso in solitaria, estremamente divertente se giocato in multiplayer locale.

Scegliendo il vostro avatar tra camaleonti antropomorfi, volpi con caschi spaziali ed esseri umani dalle proporzioni ovviamente deformate, senza troppi preamboli vi ritroverete nel cortile di una villetta a schiera il cui contenuto andrà svuotato e caricato sul camion fermo, in attesa pochi passi più in là. Divano, frigo, console naturalmente ed un notevole numero di pacchi dal contenuto più o meno fragile, tutto deve essere sollevato con la forza delle braccia, trascinato e accalcato sul mezzo.

[caption id="attachment_210921" align="aligncenter" width="1000"] Ad un certo punto della campagna sbloccherete la Zona Arcade, livelli caratterizzati da ambientazioni ed obiettivi molto, molto particolari[/caption]

Non basta svolgere il proprio compito con perizia, stando ben attenti a non dimenticare nulla. Oltre ad alcuni obiettivi secondari inizialmente ignoti, caratteristica che da sola vi costringerà a completare almeno una volta in più tutti i cinquanta livelli di cui si compone l’avventura, a influenzare il punteggio accumulato al termine del trasloco sarà soprattutto il fattore tempo.

Per questo motivo, feature che caratterizza più di altre Moving Out, non potrete andare troppo per il sottile, badando ben poco ai danni che causerete spostando mobili e quant’altro. Sedie lanciate fuori dalla finestra, effetti domino, rampe di scale usate come scivoli improvvisati, tutto è consentito purché vi serva a far presto.

Non mancano naturalmente oggetti fragili che, se rotti, vi costeranno penalizzazioni di vario genere, ma si tratta di sporadici casi. Moving Out pretende che vi divertiate soprattutto non curandovi alla precisione dei movimenti, né della delicatezza con cui riporrete ogni mobile all’interno del camion.

Serve naturalmente un minimo di strategia, soprattutto quando coinvolgerete un vostro amico. Da soli sarà fondamentale considerare gli angoli e la disposizione delle camere della casa per evitare di restare incastrati da qualche parte quando deciderete di caricare il letto. Allo stesso tempo è fondamentale riservare spazio a sufficienza sul mezzo per il divano.

In multiplayer, se possibile, le cose si complicano ulteriormente, visto il maggior numero di oggetti da trasportare e, soprattutto, la necessità di coordinarsi al meglio. Il frigo si sposta più velocemente con quattro braccia, ma è fondamentale muoversi in sincro e imprimere forza nel lato giusto. Anche quando si tratterà di lanciare mobili di grosse dimensioni giù dalla finestra, o sopra al camion, serve tempismo perfetto se non si vuole rincorrere una poltrona volante in giro per lo scenario.

Nonostante un concept elementare ed un control scheme ridottissimo, per la felicità dei neofiti che impiegheranno solo pochi secondi per trovarsi a proprio agio, Moving Out riesce a mantenere alto l’interesse del videogiocatore grazie all’ottimo level design di cui si fregia. Se i primi scenari non presentano particolari ostacoli che non sia la bizzarra architettura delle case da svuotare, nel corso della campagna dovrete vedervela con animali dispettosi, macchine incuranti dei passanti che potrebbero costarvi un respawn, traslochi in ambientazioni prive di gravità.

Per quanto la fisica, al pari dell’art design, sia naturalmente poco incline al realismo, nel lanciare un mobile da un aereo in volo a un altro, per esempio, dovrete calcolare attentamente la possibile traiettoria.

[caption id="attachment_210920" align="aligncenter" width="1000"] Completando livelli ed ottenendo medaglie sbloccherete nuovi personaggi da utilizzare[/caption]

Mai frustrante, i requisiti per superare i livelli sono alla portata di chiunque, potrebbe comunque causare diverse notti insonni a chi pretenderà di ottenere tutte le medaglie d’oro e di completare gli obiettivi secondari in ogni scenario. Se alcuni sono facili da ottenere, altri impongono condizioni davvero complesse, come l’imperativo di non mandare in frantumi nessuna finestra o di caricare ingombranti oggetti extra.

Moving Out è il classico party game demenziale che non mancherà di allietare qualche serata in compagnia dei vostri amici. Al pari di Overcooked e Good Job!, non garantisce ore e ore di irrefrenabile divertimento. Va consumato a piccole dosi, in brevi partite, magari da condividere con qualcuno.

Senza alcun dubbio, la produzione del Team 17 dà il meglio di sé in multiplayer locale, modalità che elargirà risate a profusione sia ai giocatori stessi, sia a chiunque osservi passivamente l’azione su schermo.

Un vero peccato che il gioco debutti proprio in questo periodo di obbligatorio distanziamento sociale. Potrebbe comunque essere un ottimo acquisto, in vista delle tante feste a casa che ci attendono.

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