Motori Ruggenti, la recensione

Esce in sala il 25 e il 26 luglio il documentario diretto da Marco Spagnoli Motori Ruggenti, gradevol "amarcord" sulla love story tra italiani e macchine

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Il Chevy Guy John Lasseter se ne accorge nel 1979 durante il suo primo viaggio in Italia dopo il diploma alla CalArts. Si trova a Firenze e vede passare una Ferrari per "le strade antiche della città".
Si accorge che tutti gli italiani lì presenti, compresi gli stranieri (cioè lui), seguono il passaggio dell'autoveicolo come se il tempo si fermasse e un monumento antico della città prendesse vita.
"È in quel momento che pensai: 'Adesso ho capito perché piacciono tanto le macchine italiane!'" chiosa Lasseter al termine della intro, in consueta camicia hawaiana, al documentario Motori Ruggenti scritto e diretto da Marco Spagnoli.
In sala per due giorni (25 e 26) il doc è una gradevolissima scampagnata, a velocità sostenuta ma non troppo proprio come se ci trovassimo dentro una decappottabile d'estate in giro per svago, dentro il rapporto tra Italia e Auto lungo tutto il corso del '900 fino ai giorni nostri.
Lasseter apre perché il lavoro è prodotto da Disney e strettamente collegato al franchise Cars (comparirà anche il regista Brian Fee) ma poi arrivano storici (autorevole ma leggiadro Federico Paolini, docente universitario con cravattino di cuoio assai texano), attori (Matilda De Angelis, Alessandro Roja, Sabrina Ferilli, Fabio Troiano, Rolando Ravello), registi (Daniele Vicari, Matteo Rovere, Alessandro D'Alatri, Edoardo Leo), designer, giornalisti, esperti delle quattro ruote, collezionisti, piloti (Ivan Capelli, voce di Cars come Darrell Cartrip). Belli gli inserti dell'Istituto Luce che ripercorrono la storia d'amore tra noi e loro (nel senso di autovetture; per D'Annunzio era femmina, per Marinetti maschio) attraverso l'iniziale binomio Futurismo-Fascismo (si vede pure Mussolini) per poi arrivare al dopoguerra e al Belpaese del boom rappresentato dall'iconica Aurelia B24 de Il Sorpasso (1962) con accenno anche alla stagione anni '70 del poliziottesco (bravo Rovere a raccontare il grande regista delle quattro ruote Stelvio Massi).
C'è persino Lucio Dalla in prezioso filmato di repertorio a proposito di quel Nuvolari cui dedicò l'omonimo capolavoro musicale del 1976 da lp Automobili (appunto), firmato ai testi dal compianto Roberto Roversi.
Ultima parte più promozionale legata a Cars 3.
Dove andrà la macchina in Italia domani?
In cielo. Roba anche più fantascientifica delle fiabesche autovetture che parlano del franchise Disney/Pixar.
Ma questa è un'altra storia e probabilmente anche un altro documentario.
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