MotoGP 20, Milestone ingrana finalmente la quinta | Recensione
Con il solito strepitoso sistema di guida e una modalità carriera rivista, MotoGP 20 convince e diverte
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Dopo un inizio scoppiettante, sorprendente e promettente, la saga di MotoGP, curata dallo studio nostrano Milestone, è andata incontro a una lunga serie di edizioni relativamente deludenti. Se il sistema di guida si è sempre difeso da qualsiasi critica, grazie anche alla complicità di un motore fisico estremamente efficiente, sul piano contenutistico e grafico gli upgrade sono stati di minor entità, causando un progressivo allontanamento del brand dagli standard imposti dalle concorrenti simulazioni corsistiche.
A comprovare forza e capacità dei ragazzi che compongono la software house, l’iterazione di quest’anno non solo è stata pubblicata senza che il campionato di riferimento avesse mai preso realmente il via, a causa dell’emergenza sanitaria in cui tutt’ora riversiamo, ma ha persino raggiunto gli store digitali e non in anticipo rispetto all’originaria data di release, proprio per venire incontro alla comprensibile astinenza degli amanti della MotoGP.
Partiamo proprio da queste, ben circoscritte e in alcuni casi ormai croniche e congenite alla saga stessa. Il motore grafico, tanto per cominciare, mai come in quest’edizione ha tirato fuori i muscoli, sorprendendoci in più di un senso. Piloti e moto sono magistralmente riprodotti, con effetti luce che ampliano a dismisura il fotorealismo di alcune sequenze. Anche le animazioni hanno ricevuto una gradevolissima svecchiata, così come le ambientazioni circostante, somiglianti come mai alle controparti reali.
Purtroppo, il frame rate continua a scoprire il fianco a qualche rallentamento di tanto in tanto. Nulla di paragonabile rispetto alle passate edizioni, ma soprattutto durante le fasi iniziali della gara, quando le moto tendono a essere appaiate, non è raro imbattersi in qualche pericolosa esitazione del frame rate.
Anche il sonoro soffre di simili, e tanto più inspiegabili, titubanze. Poco male se nei menù principali la traccia si inceppa. Ben più grave è il constatare che, in gara, giri del motore e suono che dovrebbe emettere lo stesso in certe occasioni non combacino affatto. Difetto poco influente se si opta per il cambio automatico, può irrimediabilmente compromettere chi ama la simulazione senza compromessi e preferisca scalare in prima persona le marce.
La giocabilità, insomma, è parzialmente compromessa. Ciò non toglie che l’ormai classico sistema di guida, infarcito di aiuti facoltativi per venire incontro ai meno esperti, renda MotoGP 20 un’autentica goduria per tutti i fan di questo sport. Esibirsi in una staccata all’ultimo secondo, piegare completamente la moto, aprire il gas un attimo prima degli avversari regala brividi a fior di pelle, tanto più che l’esperienza conta e i propri miglioramenti si possono comprovare direttamente in pista, gara dopo gara.
Novità di quest’edizione, ora dovrete stare attenti anche al consumo di gomme e carburante. Se nelle gare con pochi giri i due fattori non influenzeranno più di tanto le vostre performance, nelle competizioni più prolungate dovrete adattare lo stile di guida se non volete finire a secco o perdere aderenza nelle fasi finali del Gran Premio a causa di pneumatici troppo usurati.
Controverso il giudizio sull’I.A. neurale A.N.N.A.. Se è vero che in pista il comportamento degli avversari sia tremendamente realistico, con tanto di errori ed una maggior aggressività nei momenti topici della corsa, dall’altro non è raro essere travolti da moto che procedono apparentemente senza accorgersi della vostra presenza. Speriamo che una futura patch possa eliminare questa sbavatura.
Rispetto al passato, il passo avanti più evidente è stato compiuto nella modalità carriera, finalmente degna di questo nome. Partendo dalla Moto 3, l’obietto come di consueto sarà quello di candidarsi campioni della classe regina, ma questa volta tra un Gran Premio e l’altro dovrete preoccuparvi anche di gestire il team.
Tra meccanici sempre indaffarati e manager a caccia di nuovi contratti da sottoporvi, dovrete effettuare persino i test invernali per potenziare la moto e preparare i vari pacchetti da riutilizzare nelle competizioni che riterrete più idonee. Nonostante chi possegga un minimo di dimestichezza con i motori comprenderà più facilmente i vantaggi di effettuare certe modifiche rispetto ad altre, menù e didascalie sono sufficientemente esplicative per permettere a tutti di non perdersi informazioni importanti.
La gestione del team, dei contratti e la messa a punto della moto ha reso la carriera coinvolgente e interessante come non mai.
Oltre ai classici Gran Premi, campionati singoli e prove a tempo, la Modalità Storica presenta eventi giornalieri che, se completati con successo, con il credito guadagnato vi permetteranno di sbloccare squadre e piloti del passato, stuzzicando il palato dei fan di lungo corso.
MotoGP 20 è un più che discreto racing game simulativo. Dopo fin troppe edizioni sostanzialmente uguali tra loro, caratterizzate dagli stessi immancabili difetti, oltre all’indiscutibile qualità del sistema di guida, in quest’iterazione potrete contare anche su una modalità carriera appassionante, su un editor che vi permetterà di personalizzare ogni aspetto del vostro team, su un realismo ancora più pronunciato.
C’è ancora qualche sbavatura di troppo, ma il sentiero da seguire è stato tracciato.