MotoGP 17, problemi al motore per il bolide targato Milestone - Recensione

Dopo anni di risultati discreti, è definitivamente giunto il momento di un sensibile cambio di rotta: la recensione di MotoGP 17

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Dopo un capitolo a suo modo rivoluzionario, quel Valentino Rossi: The Game che addirittura, tra le altre cose, proponeva gare di motocross e corse di rally, era lecito, per non dire logico, aspettarsi che Milestone proseguisse nella sua opera di stravolgimento del suo titolo di punta, al fine di accontentare, finalmente, gli irriducibili fan che pretendono, ogni anno con sempre più foga, un maggior coraggio da parte della software house milanese, pericolosamente inchiodata su certi cardini ludici, tragicamente appesantita da un motore grafico ormai visibilmente arretrato.

Ci si aspettava il riscatto insomma, il definitivo passo in avanti, una caparbia prova di maturità. La speranza è stata alimentata nel corso dei mesi dalle dichiarazioni stesse del team, sicura di avere tra le mani un engine nuovo di zecca che avrebbe fatto faville. L’assenza di immagini, trailer e notizie concrete su questo MotoGP 17, un silenzio rotto solo verso la fine di maggio, a ridosso della release effettiva del gioco, ci aveva già allarmati, la prova su strada che abbiamo effettuato in questi giorni, ci ha purtroppo dato la definitiva conferma: anche l’iterazione di quest’anno vivacchia, si accontenta, si limita al compitino.

[caption id="attachment_174609" align="aligncenter" width="600"]MotoGP 17 screenshot Il motore grafico, quanto meno, garantisce in ogni situazione i 60fps costanti.[/caption]

La débâcle è sventata solo perché il sistema di controllo, raffinato e malleabile, ci mette una bella pezza, ma, per il resto, la produzione lascia piuttosto a desiderare, evidenziando una preoccupante superficialità anche e soprattutto laddove Milestone ha tentato di introdurre qualcosa di nuovo dal punto di vista contenutistico.

"Purtroppo, la sensazione di avere a che fare con una ricercatissima simulazione, per quanto permissiva e adattabile a più palati, si frantuma non appena ci si scontra contro le altre moto."

Proprio a questo proposito delude, in ogni senso, l’inedita Carriera Manageriale. Sulla carta, si tratta di una modalità intrigante che vi darà la possibilità di gestire tutti gli ambiti del team creato ad hoc, oltre a scendere in pista, in prima persona, ad ogni gran premio. Complice l’introduzione della Red Bull Rookies Cup, ulteriore categoria dedicata ai piloti emergenti che affianca la Moto 3, la Moto 2 e, ovviamente la MotoGP, si ha la possibilità di veder crescere la propria squadra stagione dopo stagione, spendendo punti esperienza per incrementare la potenza dei propri bolidi, oltre che l’affinità degli stessi con i piloti, effettuando, di tanto in tanto, delle scelte di carattere manageriale. La ricerca degli sponsor, la stesura dei contratti ai piloti, la stessa gestione della squadra degli ingegneri, saranno tutte incombenze che dovrete affrontare e risolvere. Peccato che, all’atto pratico, il tutto venga metabolizzato da meccaniche superficiali, che il peso delle scelte effettuate sia tutt’altro che impattante, che i menù proposti non siano affatto chiari e di facile navigazione.

Nulla da dichiarare sulle altre modalità presenti, ormai viste e riviste, comunque a loro agio nell’ingigantire la longevità del titolo. L’online, in particolare, si difende piuttosto bene, grazie ad un matchmaking piuttosto veloce ed un netcode solido. L’alta quantità di piloti storici da sbloccare, inoltre, tra un Valentino Rossi agli esordi ed un Capirossi alle prese con la vecchia classe 500, oltre a fare la felicità dei tanti appassionati di questo sport, mette più di ogni altra cosa in mostra le potenzialità del sistema di guida.

[caption id="attachment_174612" align="aligncenter" width="600"]MotoGP 17 screenshot Il modo migliore per godersi il gioco è ovviamente online, dove ci si può confrontare con i piloti più abili del globo.[/caption]

Dalle nervose Moto 3, sino alle indomabili MotoGP, senza alcun aiuto alla guida bisogna faticare e non poco per non essere disarcionati dal proprio bolide ad ogni curva, ad ogni staccata. Conoscere quasi a memoria i tracciati è d’obbligo, così come il gestire il gas in ogni situazione. I veri esperti, poi, impazziranno di gioia giocando con i vari settaggi delle moto, variando praticamente qualsiasi parametro della messa a punto.

I neofiti non devono scoraggiarsi, tuttavia. Come ogni iterazione della saga sviluppata da Milestone, anche MotoGP 17 è un racing assolutamente accondiscendente. Con tutti gli aiuti inseriti, raggiungere il traguardo è una passeggiata, un gioco da ragazzi comunque emozionante e divertente, nonostante i piloti avversari, mossi dall’I.A., tendano fin troppo a seguire sempre lo stesso percorso lungo il tracciato.

Purtroppo, la sensazione di avere a che fare con una ricercatissima simulazione, per quanto permissiva e adattabile a più palati, si frantuma non appena ci si scontra contro le altre moto. La gestione delle collisioni, anche in questo episodio, lascia alquanto a desiderare, con animazioni irrealistiche e una fisica degli urti assolutamente surreale.

Come già anticipato, anche il motore grafico si rivela tutt’altro che all’altezza della situazione. Nonostante moto, livree, tute e caschi dei piloti testimonino l’attenzione per i dettagli degli sviluppatori, scenari, scene d’intermezzo ed elementi di contorno palesano l’inadeguatezza di un engine che ha evidentemente raggiunto il limite.

[caption id="attachment_174610" align="aligncenter" width="600"]MotoGP 17 screenshot Od ogni cambio di categoria di moto, dovrete ritoccare e aggiornare il vostro stile di guida.[/caption]

MotoGP 17 non può ritenersi un brutto gioco, né un pessimo racing simulativo. Tutt’altro: la fortuna più grande di Milestone consiste proprio nell’aver realizzato, ormai anni fa, un sistema di guida solidissimo, godibile, padroneggiabile da chiunque. Peccato che attorno a questo fulcro tutt’oggi granitico, ruoti un contorno ormai invecchiato, per non dire in avanzato stato di decomposizione. Le modalità di gioco, per quanto funzionali, sono sempre le stesse, così come il motore grafico e la gestione delle collisioni, appartenenti ormai ad una generazione di console fa.

Nonostante tutto, la creatura di Milestone resta un titolo consigliato agli irriducibili. A patto di non possedere nessuna delle precedenti iterazioni, perché al di là dell’inevitabile aggiornamento del roster di piloti, non ci sono vere novità che possano spingere il fan di lunga data ad un ulteriore esborso di denaro.

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