Mothergunship, per vincere servono riflessi, strategia e fucili sempre più grandi – Recensione
Un FPS in cui dovrete costruire le vostre bocche di fuoco: la recensione di Mothergunship
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
A distanza di anni, Terrible Posture Games ha deciso di riciclarne il concept, di recuperarne la formula ludica, nel tentativo di migliorarla, potenziarla, proporla in una forma più ammaliante ed attraente. A conti fatti, non si può che decretare un successo la missione compiuta dal team capitanato da Joe Mirabello, dal momento che Mothergunship è il classico gioco che al netto di qualche innegabile difetto, può tramutarsi in pura droga per l’utente appassionato d’azione senza compromessi, ma che non disdegna nemmeno l’utilizzo di un pizzico di strategia.
La trama che fa da sfondo all’avventura, un semplice orpello utile a giustificare la mattanza, è intrigante quanto basta per stuzzicare le smanie d’onnipotenza che albergano in ogni essere umano che non ha mai superato completamente la fase adolescenziale. La Terra è minacciata da una razza aliena, gli Archivisti, decisi a tramutare ogni essere senziente in un’I.A., così da preservarla in eterno. Un intento degno del miglior Brainiac, famoso villain della DC, che purtroppo non incontra le simpatie degli abitanti del nostro pianeta, decisi a muovere guerra ai prepotenti extraterrestri."Nei panni di un soldato qualsiasi, dovrete catapultarvi in ogni singola navicella che compone la flotta degli Archivisti con l’unico compito di distruggerla dall’interno"
A fare da contraltare alla grafica vagamente toon-shading, realizzata con l’inossidabile Unreal Engine, il tono ironico con cui si sviluppa l’arco narrativo, che coinvolge, pur senza mai mostrarli direttamente sullo schermo, un colonnello fedele alla causa, una rozza ma adorabile meccanica, un robot che si caccia sempre nei guai ed un ammiraglio probabilmente corrotto. L’universo immaginifico che funge da background all’intera vicenda, per quanto appena tratteggiato, fornisce spunti e stimoli tali da incuriosire il videogiocatore. Non siamo di fronte ad un plot denso di colpi di scena o condotto da personaggi sfaccettati, ma ne resterete avvinghiati, ora divertiti dai siparietti comici, ora incuriositi dall’ennesima minaccia che può comunque portarvi un po’ più vicini alla vittoria finale.
Da giocare, come già anticipato, Mothergunship recupera alcune feature già viste in Tower of Guns. Ciò significa che ogni livello, creato proceduralmente, si compone di una serie di stanze in cui affrontare manipoli di nemici sempre più numerosi e meglio armati. Morire significa perdere l’equipaggiamento raccolto sino a quel momento, ma non l’esperienza e i crediti accumulati, caratteristica che offenderà i veterani dei roguelike, ma che rende il gioco più snello e idoneo ad un pubblico più ampio.
Si tratta di un FPS piuttosto impegnativo, in cui dovrete avere una profonda dimestichezza con il pad per sperare di sopravvivere, pur nella consapevolezza che quest’abilità, da sola, non vi basterà per sconfiggere gli Archivisti. Servirà anche un pizzico di strategia e di tattica, utile per gestire al meglio potenzialità ed equipaggiamento dell’avatar.
La vostra navicella che funge da hub, oltre a mettere a disposizione livelli e quest-secondarie, utilissime per accumulare esperienza, vi permetterà di spendere punti e denaro sia per potenziare le statistiche dell’armatura dell’avatar, sia per costruire letteralmente armi sempre più efficienti ed adatte al compito. A partire dai pezzi raccolti negli scontri, o comprati nei vari negozi che troverete nei vascelli nemici, potrete creare giganteschi fucili a più canne, con tanto di lanciagranate integrato. Le possibilità offerte dall’editor messo a disposizione sono ampie e l’unico limite imposto riguarda la conformità dell’oggetto creato, che dovrà per forza rispettare precise indicazioni, come la direzione della canna, oltre che il quantitativo d’energia totale richiesto per esplodere ogni singolo colpo, fattore che non solo influenzerà la cadenza di fuoco, ma che potrebbe virtualmente rendere inutilizzabile uno dei due bracci dell’avatar.
[caption id="attachment_187665" align="aligncenter" width="1000"] Il gioco è mediamente difficile, ma purtroppo non propone boss fight all’altezza della situazione, relativamente semplici da completare[/caption]
Tra mitragliatori efficaci persino dalla lunga distanza e lanciarazzi che elettrificano i nemici colpiti, con i pezzi giusti potrete donare bonus di varia natura ad ogni creazione, rendendo particolarmente gustoso il momento in cui metterete le mani su nuovo loot o sulle monete spendibili nei negozi. Il sistema è sufficientemente profondo ed ingegnoso da dare ampio margine di libertà al videogiocatore, permettendo realmente la creazione di armi dal potere distruttivo esorbitante, prontamente adattabili e riadattabili a (quasi) ogni circostanza.
In Mothergunship si muore spesso e volentieri. È un FPS difficile ed impegnativo, ma grazie al ritmo indiavolato, non annoia mai. La trama appassionante quanto basta, l’art design ispirato, un comparto tecnico che mostra il fianco solo a qualche raro rallentamento e, soprattutto, un editor che vi permetterà di creare l’arma dei vostri sogni, completano un quadretto davvero niente male.
Non siamo di fronte ad un prodotto che setterà nuovi standard, ma se amate i roguelike, se apprezzate gli FPS troverete pane per i vostri denti.