Mother Panic vol. 1: Lavori in corso, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo volume di Mother Panic, intitolato Lavori in corso
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Mother Panic è il Batman di Young Animal, e la sua serie decisamente quella più aderente al modo di fare Fumetto della DC Comics in senso generale. Non che manchino gli elementi tipici dell'etichetta diretta da Gerard Way, che di questo titolo è anche co-autore, assieme a Jody Houser. Semplicemente, siamo di fronte a un fumetto supereroico a tutti gli effetti, che varia moltissimo sul tema; così come Violet Paige, pur avendo alcuni elementi in comune con il personaggio e con la storia di Bruce Wayne, è un personaggio molto diverso, che osa decisamente di più, per certi versi, e che porta alcuni dei concetti chiave dell'esistenza e della filosofia dell'Uomo Pipistrello alle loro estreme conseguenze.
Così come i comportamenti di Mother Panic, che paiono esattamente speculari a quelli di Batman: laddove il Cavaliere Oscuro ha deciso di colpire duramente i criminali seguendo l'unica regola di non ucciderli mai. Violet è altrettanto violenta e spaventosa ma vuole essere un killer. La sua è una vendetta personale, contro gli uomini che l'hanno ferita e che potrebbero ferire altri bambini, come l'innocente che era e non potrà mai più essere. La missione di Mother Panic è ucciderli, farsi giustizia da sola. Peccato che Violet, pur essendo completamente d'accordo con il desiderio della sua controparte mascherata, non riesca a togliere la vita a nulla e a nessuno. E così, la sua vendetta è sempre a portata di mano, ma sempre impossibile.
Innanzitutto, il co-protagonista principale di Violet Paige è sua madre. La vigilante, non è quindi completamente orfana. Nella sua vita ha un ruolo fondamentale Rebecca, personaggio sospeso che dovrebbe fare da ancora morale alla protagonista, ma che ha i suoi problemi a restare a contatto con la realtà. Malattia mentale da trauma subito? Disturbi psichiatrici di altro genere? Impossibile saperlo. Sta di fatto che la sua figura, un po' da pazzo shakespeariano profetico, è un elemento importante dell'identità di Violet. Identità che però, non emerge mai in maniera precisa e non riesce, all'interno del volume, a trovare una definizione convincente. Scelta specifica degli autori, che hanno deciso di narrare la figura di Mother Panic in accordo con la natura poco lucida della sua mente.
Il risultato è un insieme di suggestioni, di indizi, di elementi sparsi che vorrebbero contribuire a farci capire chi realmente sia Violet, quali le sue motivazioni profonde, quale l'importanza del suo rapporto con la madre, che in realtà ci lasciano sempre con l'acquolina in bocca ma mai con la pancia piena. Complice anche uno spiccato e un po' contorto gusto per l'allegoria che emerge ogni tanto nella storia. Ad esempio, non riusciamo mai a capire se la villa dei Paige contenga davvero un bosco con funghi giganteschi, per qualche strana ragione di progettazione e di giardinaggio futuristico, oppure se non sia altro che la rappresentazione allucinata della mente di Rebecca. E forse anche della figlia, vittima di se stessa e del proprio personaggio mediatico. Si intuisce che c'è un'idea forte dietro le azioni e la personalità di Mother Panic, ma non si riesce mai ad afferrarla fino in fondo.
A rendere le cose più complesse c'è anche l'alternarsi di Lee Edwards e Crystal alle matite, che si accompagna anche a un variabile stile di scrittura di Way e Hauser, i quali cambiano, in parte, il genere della storia di episodio in episodio. Se il primo è chiaramente un classico fumettistico, che propone un antieroe decostruttivo, direttamente messo a confronto con Batman, nel secondo siamo di fronte a qualcosa di più fantascientifico e sospeso, per toccare poi atmosfere da romanzo psicologico lisergico altrove. Una scelta interessante, che però rischia di disorientare, quando si ha a che fare con una protagonista nuova, ancora da conoscere e da definire. In effetti, il volume si intitola Lavori in corso e, da un certo punto di vista, è fedelissimo al suo contenuto. Mother Panic è in costruzione. Con tutto il fascino e i difetti di una protagonista incompleta, che certamente stuzzica la curiosità e mantiene alta l'attenzione, ma, se il suo percorso non è solido e lineare, non sempre ha le spalle abbastanza larghe per sorreggere la vicenda.
Tuttavia, Mother Panic è una lettura molto interessante, grazie a dei dialoghi molto ben scritti, tutti frutto della personalità tagliente di Violet e dell'abilità narrativa e di messa in scena dei due disegnatori. I quali, però, hanno stili molto diversi e non coerenti dal punto di vista delle atmosfere.
Di fatto, questo primo volume, è una promessa. Una lunga promessa di qualcosa che si intuisce essere potenzialmente molto divertente e non privo di una certa profondità. Come tale, merita fiducia. In assenza di una conferma, saremmo molto delusi, abbandonati a metà strada, con le nostre aspettative ancora in tasca.