I mostri non vivono solo nel buio, la recensione

I mostri non vivono solo nel buio di Chiaverotti e Piccioni è una graphic novel emozionante e spiazzante sulla mafia

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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La graphic novel I mostri non vivono solo nel buio è stata presentata in anteprima alla scorsa Lucca Comics & Games da Edizioni Inkiostro. Disegnata da Rossano Piccioni - fondatore e proprietario della casa editrice abruzzese - vanta la sceneggiatura di un veterano di Sergio Bonelli Editore come Claudio Chiaverotti.

Raccolta in un elegante cartonato alla francese - impreziosito dall'evocativa copertina di Leomacs - si tratta di un progetto, curato da Stefano Fantelli, che si discosta dal genere horror a forte tendenza splatter che contraddistingue le produzioni di Inkiostro. I mostri sono tuttavia ben presenti tra le pagine di questa storia, come anticipa nella prefazione lo stesso Chiaverotti: sono coloro che seminano disperazione e morte nelle nostre vite. Come la mafia.

I mostri non vivono solo nel buio parla infatti di un flagello tra i peggiori della nostra società, la criminalità organizzata, e di come questa possa sconvolgere la quotidianità di un padre e una figlia, quando quest'ultima, dopo aver assistito all'omicidio di un giudice, decide di denunciare l'assassino.

L'esecutore è Geronimo Scuropasso, fratello di Massaro, uno dei boss più potenti di Palermo. Linda, la protagonista, è decisa nella sua battaglia: i mostri si possono sconfiggere. Purtroppo non può nemmeno immaginare di cosa siano capaci gli uomini contro i quali si è messa.

La reazione da parte del padre della ragazza, in aggiunta, è uno dei grandi colpi di scena di I mostri non vivono solo nel buio e dà luogo a una svolta decisamente intrigante: le cose vanno dunque a complicarsi ulteriormente e le traversie di una famiglia finiscono per riflettersi nella vita dell'altra. È così che il legame tra due giovani ragazze diventa - loro malgrado - l'elemento cruciale, incarnando il messaggio positivo di questo duro racconto che si chiuderà con un finale scioccante.

La sceneggiatura di Claudio Chiaverotti è quella di un thriller emozionante e sincopato che riesce con estrema, ma navigata, semplicità a colpirci emozionalmente; come del resto fanno le tavole di Rossano Piccioni, un vero spettacolo visivo. Abbiamo ben presente la sua bravura con il bianco e nero - grazie a The Cannibal Family - ma queste illustrazioni ad acquarello risultano inebrianti: il colore domina la scena, gli infonde energia, profondità e movimento. Poche linee guida tracciate senza spessore, come uno schizzo, per incanto si riempiono di sfumature, vita e azione.

Sarebbe un peccato, per il livello qualitativo dell'opera e il valore dei contenuti, se questo fumetto rimanesse relegato al mercato nostrano.

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