The Morning Show 3x06 - "La studentessa di Stanford", la recensione
Arrivati all'episodio 3x06 torna in scena Jennifer Aniston e soprattutto torna Mimi Leder alla regia, trasformando e dando un senso a tutto
La recensione dell'episodio 3x06 di The Morning Show, disponibile su Apple TV+
Il ritorno di Mimi Leder
In questa terza stagione Mimi Leder arriva al sesto episodio, forse proprio per prendersi quello migliore, scritto meglio (da Micah Schraft, come molti sceneggiatori di quest’anno una persona esterna alle precedenti stagioni) e soprattutto con le scene più complicate.
Questo introduce il vero cuore della puntata, cioè il fatto che Alex, che sembra tenere al canale e alla sua immagine più di tutti, ci tiene a intervistare Marks, che di interviste di solito non ne dà. Lo intervisterà e lo farà con durezza per dimostrare a tutti che da questa acquisizione UBA non esce come il cane dell’impero Marks. Questa intervista tra due persone che si conoscono, ma non lo dovrebbero dare a vedere, che contiene indizi sul mistero che coinvolge Stella, per la quale Alex e il suo team (ovvero Chip e la sua compagna) scavano nel torbido di Marks, e che infine si svolge in una lunga scena molto ben scritta, diretta e soprattutto recitata, è la parte migliore di tutte.
Ci sono un paio di livelli di lettura in quel botta e risposta, innanzitutto il fatto che Alex andrà realmente giù dura e Marks sia sorpreso ma anche in un certo senso pronto a reagire, secondariamente quello che lo scambio dice è che tra i due c’è un’intesa che viene proprio dal rispetto e dall’attrazione per l’intelligenza, la durezza e la scaltrezza dell’altro (la grande Mimi Leder un secondo prima che tutto inizi dà un indizio inconfondibile, Jon Hamm fa una faccia attirata, stupita e incuriosita dal fatto che Jennifer Aniston ha un vestito che le lascia la pancia scoperta). E terzo ci siamo noi, che scrutiamo tutto cercando di capire se Marks sia sincero in quel che dice o così furbo da saper mentire e sapere cosa dire per uscire al meglio.
L'importanza della regia
Il tono da soap opera dei passati episodi è cancellato, basta una regista con le idee chiare e tutto torna a sfidare la comprensione dello spettatore e a chiedergli di partecipare alla decodifica di ciò che avviene. Anche il segmento su Bradley che ospita il fratello e gli mostra cosa potrebbe accadergli se confessasse l'assalto (che brutalmente chiude tutta una linea di trama aperta nella puntata precedente), è tanto sciocco quanto ben portato. E questo nonostante il personaggio di Alex rimanga monodimensionale. La scena dell’intervista è molto buona anche per quel che implica, ma rimane che Alex è una cosa sola, senza sfumature, una donna arrivata che lotta per mantenere la rete per la quale è impiegata un luogo stimato. Fine.
E che tutto sia sui binari migliori lo si capisce anche dalla coda dell’intervista, cioè il dialogo tra Chip e la moglie. I semi Mimi Leder li aveva sparpagliati per tutta l’intervista in un quarto, clamoroso, livello di lettura, cioè quello di queste due persone (gli autori) che sono presenti anch’essi per quanto marginali e attraverso i loro piani di ascolto capiamo che c’è qualcosa. La fidanzata (forse presto moglie) di Chip sta intuendo qualcosa su di lui e lui sta intuendo qualcosa su Alex. È tutta una questione di chi è inquadrato quando qualcuno parla, in quale momento e con quale espressione. Tutto in modo che quando la cosa esploderà al ritorno in auto, noi siamo pronto e curiosi. In questa maniera, cioè con complessità e maestria, quella che è una questione sentimentale invece di essere l’ennesimo risvolto soap, in cui un nuovo sentimento è confessato o contrastato, è un’estensione della guerriglia psicologica, è un nuovo modo di leggere quella scena di dialogo che abbiamo visto secondo un’altra lente ancora.