The Morning Show 3x03, "Rumore bianco": la recensione
Come conseguenza del leak delle email della UBA arriva l'incidente a sfondo razzista e The Morning Show trova un po' dello spirito originale
La recensione della puntata 3x03 di The Morning Show, disponibile su Apple TV+
E nonostante anche in questo terzo episodio la regia sia molto ordinaria e non abbia nessuna voglia di fare un lavoro accurato, anzi sembra appositamente gridare “Grey’s Anatomy!!” va ammesso che almeno quiThe Morning Show torna a fare il lavoro di The Morning Show (che è strano visto che non è più scritta dai suoi creatori), cioè proporre una visione complicata in cui ognuno ha le proprie ragioni, dei contrasti che spesso leggiamo sui giornali dovuti ai cambiamenti repentini avvenuti nella società americana riguardo come si pensano e trattano le donne e le minoranze. Mentre gli impiegati del network scoprono di essere stati sottopagati con metodo in base a sesso e etnia, un’email razzista di anni prima, che avvicina Chris (all’epoca appena assunta ora anchrowoman di punta) a una rappresentazione stereotipata, schiavista e bianca delle donne afroamericane, crea a tavolino il caos.
Come la serie ha rappresentato la cancel culture
È Cory ad averla fatta emergere con una mossa dietro le quinte, così da mettere in difficoltà il board e far approvare l’acquisto di tutta UBA dal miliardario simil-Musk interpretato da Jon Hamm. La parte che ci interessa di più però è come la serie cerchi di raccontare questa donna bianca, ricca, potente e che “viene da un’altra era”, mentre cerca di spiegare le proprie ragioni. C’è grande partecipazione nel suo desiderio di non essere cancellata e nella lotta per non perdere anni e anni di lavoro per il network o un’intera carriera, per una battuta fatta male. L’idea forte poi è che la frase razzista in questione non sia un vero attacco, non sia realmente malevola, ma più razzismo casual, un epiteto ironico di cattivo gusto. Questo rende tutto più ambiguo, soprattutto il fatto che in ballo ci sia il crollo di un buon nome, di decenni di lavoro e come detto di una intera carriera ad altissimi livelli.
Nonostante lo scontro sia un ritorno alle origini, la maniera in cui è raccontato è anche abbastanza significativa della trasformazione in atto nella serie. Lo scontro tra idee e tra visioni di mondo è sempre meno una questione di gruppi all’interno dei quali ci sono posizioni diverse e sempre di più viene identificato nello scontro tra persone. Singoli personaggi incarnano una posizione o una tendenza presente nella società e così il racconto di un conflitto intellettuale diventa un intrigo, un confronto verbale, o ancora peggio una questione sentimentale. Funzionava tutto meglio infatti quando nel confronto tra impiegati viene fuori una tirata contro il giustizialismo rappresentativo: “E se ora tu Alex scoprissi tramite DNA di avere un trisnonno africano? Saresti di colpo nera?”.
Un cambiamento improvviso
Intanto, a proposito di questioni sentimentali, due personaggi vengono trasformati senza una grande cura. Sono Stella (Greta Lee) e Mia (Karen Pittman), le più potenti tra le non bianche di tutta la serie che fino a oggi erano state raccontate raramente come fragili e più spesso come algide, distanti, fastidiose. Gli eventi della puntata porteranno la prima, così di botto e senza senso, a proporre alla seconda una nottata fuori a bere. E la seconda, da che è distrutta da problemi abbastanza seri, accetterà di colpo cambiando umore. La serata ubriache ne rivelerà un lato umano e simpatico preparando il terreno al fatto che da ora in poi diventano personaggi ben più positivi di prima, di quelli con cui potersi immedesimare.