Moonshine vol. 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo volume di Moonshine, di Brian Azzarello e Eduardo Risso
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Dopo aver ricevuto diversi Eisner Awards grazie alla serie Vertigo 100 Bullets, Brian Azzarello e Eduardo Risso tornano a collaborare per la realizzazione di un altro piccolo gioiello noir intitolato Moonshine. Edita da Image Comics, la serie è stata presentata in Italia da Oscar Ink, che lo scorso autunno ha raccolto i primi sei episodi originali in un volume.
In Virginia viene prodotto un whisky eccezionale che se si riuscisse a portare a New York potrebbe monopolizzare il mercato. Il compito di Lou è quello di recarsi presso le colline di Spine Ridge e convincere Hiram Holt a stringere un accordo commerciale. Facile come bere un bicchier... d’acqua? No, perché il carattere burbero del vecchio e la ritrosia della sua famiglia renderanno tutto più arduo. A complicare ulteriormente la situazione, delle misteriose figure che si aggirano tra i boschi attorno alla tenuta Holt, lasciando dietro di sé una scia di cadaveri e sangue.
In questo primo volume, lo sviluppo della vicenda è gestito nel migliore dei modi, conferendo il giusto ritmo a una storia densa di mistero e popolata di figure magnetiche. Difficile non affezionarsi al personaggio di Lou: come i “vinti” delle storie di Ed Brubaker e Sean Phillips, il protagonista di Moonshine è all’ultimo gradino della scala gerarchica dell’organizzazione, bassa manovalanza per gestire faccende di poco conto. L’occasione offertagli può rappresentare una svolta importante per Lou, ma il suo bel sorriso non può nulla contro le minacce che gli si parano davanti lungo il cammino.
Intensa e carica di tensione, la lettura di questo cartonato scorre che è un piacere, complice la rodata intesa tra i due autori: i dialoghi, asciutti e puntuali, sono infatti supportati splendidamente dallo storytelling di Risso, il cui tratto pulito conferisce grande espressività a ogni sequenza, dando profondità tanto ai personaggi quanto agli scenari; inoltre, il contrasto tra toni caldi e freddi che caratterizza la colorazione, firmata dallo stesso artista argentino e da Cristian Rossi, amplia lo spettro emozionale del racconto.
Grazie a un Azzarello di nuovo ispirato e un Risso in gran forma, Moonshine ci ha facilmente conquistati con il suo mix di noir, pulp e soprannaturale. Non vediamo l'ora di scoprire cosa accadrà al povero Lou...
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