Moonlighter, non si vive di sola avventura – Recensione

Avventurieri, certo, ma sopratutto commercianti: la recensione di Moonlighter

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Moonlighter insegna che non ci si inventa eroi dall’oggi al domani, non si ci getta a capofitto nel cuore dell’azione senza i dovuti accorgimenti, non si parte all’avventura senza una base solida. Non si tratta di essere allenati, atletici, abili con la spada e lo scudo. Serve un capitale, un fondo d’investimento ed un business plan che renda proficua l’esplorazione dei dungeon, la sconfitta di orde di mostri, la messa in pericolo della propria vita.

Will è un giovane commerciante ossessionato dai misteri che, secondo lui, si celano tra le rovine che si trovano accanto al suo villaggio natale, poco più di un semplice avamposto sorto, per l’appunto, per fungere da approdo sicuro, da sito di approvvigionamento per i temerari in cerca di fama e fortuna nel vicino sito archeologico infestato da creature ostili.

Il protagonista del gioco, come già suggerito, non è uno spadaccino ramingo, ma un imprenditore a tutti gli effetti, ultimo proprietario di un negozio che non sta attraversando un periodo felice.

[caption id="attachment_185596" align="aligncenter" width="1000"]Moonlighter screenshot Il level design del dungeon è l’unico, reale difetto che influenza negativamente l’esperienza. Purtroppo le varie stanze, i vari piani, tendono a somigliarsi tra loro fin troppo preso, al di là degli ovvi cambiamenti estetici.[/caption]

L’obiettivo da raggiungere in Moonlighter, insomma, è duplice: giungere sino all’ultimo piano del dungeon, luogo in cui Will potrà finalmente scoprire quella verità che cerca da sempre; far sì che la sua attività riscopra i fasti d’un tempo, promuovendo, al contempo, una generale riqualificazione del borgo in cui vive, anch’esso oppresso da una drammatica recessione economica.

Il gameplay della creatura targata Digital Sun Games si bipartisce in due sezioni indipendenti, ma quanto mai comunicanti.

Nel dungeon, il titolo è in tutto e per tutto un roguelike caratterizzato da un livello di difficoltà lievemente sopra la media. Il combat system non è affatto affollato da comandi, ma imparare i pattern d’attacco dei nemici sarà fondamentale per sopravvivere, piano dopo piano. Il level design non fa gridare al miracolo, né la generazione casuale dei livelli giova alla varietà d’azione, ma ogni combattimento è carico di adrenalina e pathos, visto che bastano pochi fendenti per mandare all’aria una spedizione sino a quel momento ineccepibile."Il gameplay della creatura targata Digital Sun Games si bipartisce in due sezioni indipendenti, ma quanto mai comunicanti"

Esplorando, non solo otterrete preziosi materiali sconfiggendo i nemici, ma incapperete in manoscritti appartenenti ad altri avventurieri, generosi di consigli e di altri dettagli che arricchiscono la trama, e nei forzieri che premieranno i vostri sforzi con item e oggetti spesso molto rari.

Morire, fateci il callo, non è un’eventualità così rara, tutt’altro. Non c’è il permadeath, ma cadendo sotto le offensive nemiche vi ritroverete nel vostro villaggio con solo gli item che avrete avuto cura di riporre nelle tasche, una minuscola parte rispetto al bottino conservato nello zaino a cui dovrete irrimediabilmente rinunciare. La penalizzazione determinata dal game over è alta, dunque, ma non salatissima, visto che qualcosa porterete comunque a casa, pronto per essere venduto nel vostro negozio.

L’altra anima di Moonlighter, difatti, è più vicina ad un gestionale. Lontani dal dungeon, dovrete aprire il vostro negozio e mettere in vendita il materiale in vostro possesso decidendone il prezzo. Un po’ come accadeva nel bellissimo (e sconosciuto ai più) Freshly-Picked Tingle's Rosy Rupeeland dovrete valutare il costo della merce in base al benessere dei cittadini, all’inflazione dell’item di riferimento, alla rarità della risorsa messa in vendita. Fortunatamente, in caso di sovrapprezzo potrete cambiarne al volo il valore, senza alcuna penalizzazione, né limitazione.

Il sistema è quindi piuttosto accondiscendente, caratteristica che indispettirà gli amanti dei gestionali più intransigenti, ma che rende il prodotto appetibile e fruibile anche ai videogiocatori meno smaliziati.

Fare soldi non significa solo ampliare il proprio negozio, ma eventualmente investire anche in altre attività, come il fabbro o l’alchimista, che trasferendosi nel villaggio renderanno reperibili tutta una serie di oggetti e potenziamenti, tali da rendere l’esplorazione del dungeon progressivamente più facile e abbordabile.

Non ci sono vere e proprie meccaniche ruolistiche, in soldoni, ma più accumulerete denaro, meglio potrete equipaggiarvi acquistando o craftando nuovi strumenti presso i rivenditori di riferimento.

[caption id="attachment_185597" align="aligncenter" width="1000"]Moonlighter screenshot Vedere il villaggio popolarsi, via via, di volti nuovi, regalerà un tangibile senso di soddisfazione al videogiocatore.[/caption]

Ne viene fuori un roguelike diverso dal solito, tanto più che la trama, pur costretta in una manciata di cut-scene e nei tanti documenti che reperirete nel dungeon, è assolutamente intrigante, a suo modo persino originale. Come se non bastasse, l’art design sfoderato dai ragazzi di Digital Sun Games è sontuoso, vibrante, animato da un debole vento che sembra muovere costantemente qualsiasi elemento sullo schermo, soprattutto nelle brevi, ma splendide scene d’intermezzo. La tenue pixel art ben si fonde con un comparto sonoro meno appariscente, ma comunque adattissima al contesto.

Moonlighter è un gioco che rivisita il genere dei roguelike. Nessuna rivoluzione totale, beninteso, quanto l’intelligente introduzione di alcune meccaniche prese in prestito da un qualsiasi gestionale, che rendono attraente e intrigante il gameplay anche per chi, di solito, si tiene lontano da produzioni di questo genere. Graziato da un comparto artistico semplicemente delizioso, non mancherà di ammaliare tutti coloro che amano i giochi impegnativi, ma generosi di soddisfazioni.

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