Moonbound, la recensione | Trieste Science+Fiction Festival 2021

Il film animato Moonbound non unisce a immagini spettacolari una storia in grado di intrattenere, proponendo un intreccio prevedibile e poco coinvolgente

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Moonbound, la recensione | Trieste Science+Fiction Festival 2021

Il regista Ali Samadi Ahadi si ispira a un popolare libro per ragazzi scritto da Gerdt Von Bassewitz per realizzare il film animato Moonbound, rendendo il viaggio sulla Luna dei protagonisti moderno e adatto agli spettatori più giovani, attingendo alle loro esperienze quotidiane per creare un legame con i protagonisti.
Al centro della trama ci sono infatti Peter e sua sorella, la piccola Anne. La bambina è piena di immaginazione ed energia, situazione che porta il fratello maggiore a vivere con un po' di fastidio le interazioni con lei e il compito di tenerla d'occhio. I due si ritroveranno poi coinvolti in un'avventura incredibile che li porterà sulla Luna, dove Peter è costretto ad andare per salvare Anne, affrontando pericoli e scoprendo luoghi incredibili in compagnia del signor Ronzante e dell'Omino del Sonno.

Il progetto animato tedesco ha il merito di offrire visivamente un mondo davvero spettacolare e pieno di inventiva e colori, in grado di attirare i bambini e stimolare la loro immaginazione. Moonbound viene però penalizzato da personaggi stereotipati e privi di spessore, situazioni prevedibili e dinamiche in famiglia, e non solo, che vengono sviluppate solo in modo superficiale. Il rapporto tra Peter e Anne è il classico legame di amore-odio tra un fratello e una sorella di età diverse e anche l'accenno al bullismo rimane un tassello della storia che non si incastra del tutto con il resto del racconto. Il viaggio sulla Luna, seppur a livello di azione possa intrattenere, si evolve cercando di proporre molte tematiche importanti come il prendersi cura dell'ambiente e uno dell'altro, e trovare il coraggio di affrontare le avversità. Il risultato è però un insieme di eventi che non si sviluppano in modo naturale e coerente, dando vita a una struttura quasi a capitoli brevi che non aiuta ad affezionarsi ai personaggi e la cui prevedibilità è evidente fin dai primi minuti. Gli elementi della storia più "adulti", come il trattamento riservato a un personaggio femminile e l'incapacità di comunicare tra generazioni, sembrano poi essere stati inseriti con l'unico scopo di provare a coinvolgere anche gli spettatori che hanno superato la fase dell'infanzia da anni, ma l'obiettivo non viene del tutto raggiunto.

Ali Samadi Ahadi confeziona tecnicamente delle scene interessanti che dimostrano un'ottima padronanza della tecnologia necessaria a creare in CGI bellissimi mondi in 3D, tuttavia la visione di Moonbound non soddisfa e non intrattiene, suscitando l'impressione che l'adattamento dell'opera originale, grande classico della letteratura per bambini, avrebbe meritato un approccio più maturo per poter proporre un viaggio sulla Luna realmente in grado di conquistare l'attenzione di un pubblico di tutte le età.

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