Moon Knight vol. 3 - Nella notte, la recensione
Abbiamo recensito per voi il terzo volume di Moon Knight, intitolato Nella notte e firmato da Cullen Bunn, Ron Ackins, German Peralta e Steven Sanders
Nel caso preso in esame, i bravi Cullen Bunn, impegnato ai testi, Ron Ackins e German Peralta, al lavoro sui disegni, riprendono sostanzialmente la struttura narrativa proposta per Moon Knight da Warren Ellis e Declan Shalvey nella loro gestione della testata (QUI la nostra recensione del volume 1, Dalla morte).
Dopo essere sceso a patti con la sua condizione, dovuta più alle conseguenze del rapporto con un dio capriccioso e insondabile, che a una vera e propria patologia psichiatrica, Marc Spector ha saputo fare oggettivamente del bene, salvando le vite di molti innocenti, e dimostrando di sapersi sacrificare (a volte davvero dolorosamente) per un'idea di giustizia più grande di ognuno di noi. Dopo essere riuscito a sfuggire a un intrigo volto a sottrargli il suo potere, Moon Knight scende in campo di nuovo per alcune particolari quanto uniche missioni, nelle quali dovrà fronteggiare un'organizzazione impegnata a sequestrare fantasmi al fine di usarne la loro particolare energia ectoplasmatica a scopi di lucro, un branco di presunti lupi mannari che attaccano solo i milionari, il Bogeyman, l'"Uomo Nero" che terrorizza i bambini la notte, degli "angeli" iper-tecnologici al servizio di un dio crudele, e, infine, lo stesso Khonshu, almeno così pare. Cinque avventure autoconclusive che mischiano l'esoterico alla realtà, dimostrando che il Male è molto più reale e terreno di quanto spesso possa sembrare.
Ai disegni, Ron Ackins (con la collaborazione di Steven Sanders in Moon Knight #14) e German Peralta, i quali hanno uno stile di disegno davvero molto simile, si battono con destrezza nel dar vita a tavole improntate al realismo grafico, che spesso non lesina di esplicitare tutta la violenza delle ambientazioni nelle quali il personaggio, suo malgrado, si trova ad agire. Se confrontati con i bellissimi primi episodi illustrati da Declan Shalvey nel primo volume dell'opera, quelli di Ackins e Paralta potrebbero risultare inferiori, ma non ci sembra giusto portare al banco tale confronto come metodo di giudizio, in quanto i tre artisti impegnati in questo capitolo di Moon Knight compiono un lavoro apprezzabile e molto più che sufficiente.
In conclusione, Moon Knight è davvero tornato ai suoi fasti originali, abbandonando il tono ridicolmente supereroistico del recente passato che gli calzava poco bene. Se vi piacciono i vigilanti urbani, che sanguinano (e tanto), sudano, cadono per poi rialzarsi, questo è il personaggio che fa per voi (nonostante talvolta indossi il mantello) e questa serie diviene un recupero d'obbligo che sicuramente vi lascerà più che soddisfatti.