Moon Knight, la recensione dei primi quattro episodi della nuova serie Marvel

Negli scorsi giorni abbiamo potuto visionare in anteprima i primi quattro episodi di Moon Knight. Scoprite se valgono il vostro tempo con la nostra recensione!

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La recensione in anteprima dei primi quattro episodi di Moon Knight, in arrivo dal 30 marzo su Disney+

Apparso per la prima volta nel numero 32 di Werewolf by Night del 1975, Moon Knight non è mai stato un personaggio di punta della Marvel. Parte del suo fascino sta proprio nel suo essere un outsider, lontano dai supergruppi in stile Avengers e più vicino a contesti urbani tanto cari a eroi come Daredevil. Eppure l’avatar di Khonshu ha molto da raccontare: avventure psichedeliche dove la realtà si fonde con l’immaginazione, storie horror dai risvolti psicologici, violenza a fumetti dove il bianco del costume di Moon Knight si sporca del rosso del sangue dei suoi nemici.

Capirete quindi il nostro stupore quando i Marvel Studios hanno rivelato di essere al lavoro su una serie dedicata al Cavaliere della Luna. Uno stupore che ha lasciato spazio rapidamente alla paura di una trama troppo edulcorata. Una paura che poi è mutata ancora, diventando interesse e curiosità quando è stato annunciato Oscar Isaac come protagonista.

Oggi, dopo essere usciti indenni dalla visione dei primi quattro episodi dello show in arrivo su Disney+, possiamo finalmente cominciare a tirare le somme sulla versione del MCU di Moon Knight.

https://www.youtube.com/watch?v=L1_x31DWjuM

LA TRAMA DI MOON KNIGHT

La trama di Moon Knight vede protagonista Steven Grant (Oscar Isaac), commesso di un negozio di souvenir di Londra. La vita di Steven cambia bruscamente quando si rende conto di non ricordare alcune azioni che, a quanto pare, i suoi conoscenti sono convinti lui abbia compiuto. Scopriamo quindi che Grant soffre di DID, un Disturbo Dissociativo dell’Identità. Quando non se ne accorge, Steven Grant viene sostituito da Marc Spector, un mercenario votato all’azione. Come se non bastasse, Marc è stato scelto come avatar per il dio egizio della Luna Khonshu. Dio che gli dona straordinari poteri (superforza, rigenerazione, etc) e il costume che i fan dei fumetti tanto hanno imparato ad amare.

Non vogliamo entrare più nel dettaglio sulla trama di Moon Knight per non rovinarvi i molti colpi di scena, ma speriamo di avervi interessati abbastanza per dare un’occasione a questo eroe tanto particolare.

IO, ME E KHONSHU

I primi quattro episodi presentano momenti a dir poco stupefacenti, con un Oscar Isaac perfettamente in parte e caratterizzati da un ritmo invidiabile. Siamo rimasti costantemente affascinati dal dualismo Steven Grant/Marc Spector e, quando la serie rimane sulle tinte oscure da thriller, tutto funziona alla perfezione. Purtroppo le cose cambiano durante i momenti tipicamente supereroistici, dove lo show risulta più scontato e meno interessante. In base a quanto abbiamo potuto assistere sinora, l’autore della serie Jeremy Slater sembra voler puntare molto sugli elementi sovrannaturali che, nel fumetto, sono molto ridotti, puntando più sulla tematica della malattia mentale. 

Quello che sembra mancare a Moon Knight, di conseguenza, è il coraggio di fare quel piccolo passo in più. Lo show arriva sino sulla soglia dell’eccellenza, per poi rallentare ogni volta e risolvere situazioni attraverso le ben più classiche scazzottate di un eroe mascherato contro la CGI di nemici improbabili. Non si tratta per forza di cose di una critica, quanto piuttosto di una scelta che non abbiamo particolarmente apprezzato. Siamo certi che a una precisa fascia di utenza non darà minimamente fastidio, ma ammettiamo che ci sarebbe piaciuto vedere i Marvel Studios azzardare un po’ di più.

Moon Knight Oscar Isaac

DATE UN OSCAR A OSCAR ISAAC PER MOON KNIGHT

Nonostante una sceneggiatura che alterna momenti avvincenti a situazioni ben più banali, c’è un motivo ben preciso per vedere Moon Knight: Oscar Isaac. L’attore americano si dimostra non solo di una bravura sensazionale, ma è anche una delle migliori scelte mai fatte per interpretare un personaggio Marvel. Isaac modifica la propria voce, cambia accento, alterna espressioni differenti e risulta sempre nella parte. Siamo rimasti calamitati dalla sua bravura e non possiamo che sperare che il doppiaggio italiano non danneggi troppo una prova fattoriale semplicemente stupefacente.

Molto valida anche l’interpretazione di Ethan Hawke, qui nel ruolo di Arthur Harrow, capo di un culto religioso dai loschi intenti. Hawke è da sempre in grado di trasmettere forti emozioni, ma talvolta il suo antagonista viene penalizzato da una scrittura generale un po’ banale. Questo contrasto tra scrittura di trama e dei personaggi è un po' il Tallone d'Achille dell'intero show. Un difetto che ci ha accompagnato soprattutto negli episodi 3 e 4, ma che speriamo possa essere corretto nel finale.

Tirando le somme, i primi quattro episodi di Moon Knight alternano momenti ottimi ad altri nettamente meno ispirati. I fan dei fumetti potrebbero essere infastiditi dall’approccio utilizzato per il personaggio, mentre coloro che non conoscono il Cavaliere della Luna si godranno più facilmente lo show. Peccato solo per il mancato coraggio di voler raccontare una condizione come il Disturbo Dissociativo dell’Identità, che nella serie passa troppo rapidamente dall’essere una “malattia” a un vero e proprio “superpotere”. Per poter valutare appieno questo progetto attendiamo però di vedere le ultime due puntate della serie TV, nella speranza di un colpo di coda per quanto riguarda la scrittura della trama generale. Quel che è certo, per ora, è che la bravura di Oscar Isaac regge la serie anche da sola, rendendola uno dei prodotti targati Marvel Studios meglio recitati degli ultimi anni.

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