Moon Knight: La Leggenda di Khonshu, la recensione

Anche la CostaOvest ha bisogno di Vendicatori, ma Moon Knight sembra volersi occuparsi personalmente dei supercriminali...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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La Marvel ha più volte cercato di rilanciare il personaggio di Moon Knight, senza troppa fortuna: un personaggio oscuro, tormentato, con un costume affascinante... ma che non ha mai conquistato il pubblico. Autori più o meno affermati si sono cimentati con il cavaliere lunare, ma l'eroe dal mantello bianco non è mai riuscito a diventare nemmeno un personaggio di secondo piano dell'universo Marvel.
Nel 2011 un nuovo tentativo di far entrare Moon Knight nelle grazie dei lettori è affidato a Brian Michael Bendis e Alex Maleev, una coppia che sembra perfetta per questa missione, dopo il loro ciclo su Daredevil: un altro eroe tormentato, un vigilante che combatte nei vicoli bui, una figura sporca e graffiante. Il progetto è quello di rendere il personaggio protagonista di una serie regolare, ma nonostante i due grandi nomi coinvolti, la testata chiude dopo un anno esatto, con all'attivo dodici episodi che sono raccolti in questo volume della collana di allegati da edicola.

Marc Spector si è trasferito da New York a Los Angeles, dove si è reinventato come autore di un serial televisivo basato sulle sue avventure passate; in questo contesto vengono accennati gli elementi più esotici di Moon Knight, i suoi collegamenti con la mitologia dell'Antico Egitto, lasciati fuori dalla trama principale. Bendis preferisce raccontare una storia ben salda nelle strade e negli sporchi locali di L.A., concentrandosi sui problemi mentali di Spector e sulle sue allucinazioni, analizzando come la follia possa influenzare la carriera di un supereroe.
Moon Knight è stato nominato Vendicatore di guardia nella costa ovest, dove un criminale si sta affermando come Kingpin della zona; a benedire questo suo ruolo ci sono tre figure di spicco come Capitan America, Spiderman e Wolverine, che il supereroe schizofrenico vede comparire spesso per consigliarlo sul da farsi e che prende a modello come eroi che cerca di emulare in tutti i modi, anche replicando i loro poteri.

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Nella sua lotta contro il crimine Moon Knight può contare anche su un ex-agente S.H.I.E.L.D., al suo servizio con la copertura di un incarico di assistente di produzione a Hollywood, e Echo, la supereroina sorda ex-compagna di Daredevil.
Gli elementi in comune con le storie di Matt Murdock realizzate da Bendis e Maleev sono tanti, perciò è curioso che un prodotto simile non abbia incontrato il favore del pubblico. La chiusura anticipata della serie comunque non danneggia la trama, che conclude il suo corso ed è perfettamente godibile come miniserie, ma è un peccato che una figura come Moon Knight non sia presa in considerazione da molti lettori: La Leggenda di Khonshu dimostra le potenzialità del personaggio e soprattutto le caratteristiche che lo rendono diverso dalla maggior parte degli altri supereroi. Tra night club e ospedali si consuma una storia che lascia in bocca il sapore del sangue, con un eroe ostacolato e al contempo supportato dal suo scarso equilibrio mentale.

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