MONSTERS - la storia di Lyle ed Erik Menendez, la recensione: un dramma disturbante che si perde nel sensazionalismo

La seconda serie di Ryan Murphy e Ian Brennan sui "mostri" fallisce nel bilanciare profondità emotiva e ricerca del sensazionalismo

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Dopo il grande successo di Mostro - La storia di Jeffrey Dahmer, Ryan Murphy e Ian Brennan tornano su Netflix con Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez, serie che racconta il brutale duplice omicidio di Jose e Kitty Menendez (Javier Bardem e Chloë Sevigny) per mano dei figli Lyle ed Erik Menendez (Nicholas Alexander Chavez e Cooper Koch), avvenuto a Los Angeles alla fine degli anni Ottanta.

La trama

Jose Menendez, figlio di un immigrato cubano negli Stati Uniti, è un uomo di successo che vive e lavora a Los Angeles nel mondo dell'intrattenimento. Dopo aver sposato Mary Louise Anderson, detta Kitty, conosciuta al college, i due hanno due figli di nome Lyle ed Erik.
Sebbene la famiglia sembri rappresentare la perfetta incarnazione del sogno americano, il 20 agosto 1989 tutto cambia, quando Jose e Kitty vengono brutalmente uccisi a colpi di fucile nel salotto della loro elegante villa californiana dai loro stessi figli.

Alla morte dei genitori, invece di apparire sconvolti dal trauma subito, i fratelli cominciano a darsi a spese folli, sperperando i soldi di famiglia in futili acquisti e attirando l'attenzione della polizia che, senza molto successo, sta cercando di trovare il responsabile degli omicidi.

L'accusa di omicidio e l'arresto arrivano però solo dopo che Erik, tormentato da incubi e sensi di colpa, si rivolge allo psicologo Jerome Oziel (Dallas Roberts) e gli rivela la verità sulla morte dei genitori e quest'ultimo ne registra le sedute con la complicità dell'amante che, dopo una lite, denuncia i fratelli Menendez alla polizia.

Durante il processo la loro linea di difesa è che l'omicidio fosse in realtà legittima difesa per proteggersi da un padre che aveva abusato sessualmente di loro per anni e da una madre complice e completamente indifferente a quanto stava accadendo ai figli e dipendente da alcool e pillole.

Immagine per gentile concessione di Netflix

Capolavoro o tragedia?

Se potessimo giudicare un prodotto come Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez da un solo episodio e quell'episodio fosse il 5° della serie, intitolato L'uomo ferito, lo show avrebbe probabilmente tutti i diritti di essere considerato un capolavoro.

La puntata, un bottle episode che si svolge in un'anonima stanza del carcere dove Erik Menendez si trova in custodia, è infatti un incontro intimo e rivelatore tra il giovane ed il suo avvocato Leslie Abramson (Ari Graynor), in cui il primo le racconta dettagliatamente le violenze subite per opera del padre, ricordando i loro incontri sessuali tramite nomi evocativi come "ginocchia" o "massaggio alla bocca", il tutto catturato in un'unica ripresa in cui il regista Michael Uppendahl posiziona la telecamera alle spalle di Leslie e di fronte ad Erik in un'inquadratura inizialmente statica, che si stringe sempre di più sul volto del protagonista man mano che la sua storia si fa più intima, vera e difficile da raccontare ed ascoltare.

È in questa puntata, l'unica che appare davvero autentica nella serie, che la domanda/ammissione che Erik pone al suo avvocato quando le dice che forse è vero che lui e il fratello sono dei sociopatici "ma puoi biasimarci se lo siamo diventati, dopo quello che ci è successo?", diventa anche il fulcro dello show e rappresenta tutto ciò che di buono questa serie ha e avrebbe probabilmente dovuto continuare a perseguire.

Il problema di Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez, tuttavia e come avrete probabilmente intuito, è che purtroppo non prosegue mai su quella linea e sceglie un approccio molto più plateale, chiassoso e meno autentico, dimenticando che ciò che non si vede, ma viene raccontato con tanto trasporto e dolore da Erik in quel 5° episodio, è molto più sconvolgente della profusione di sangue e violenza a cui si assiste, per esempio, nella brutale scena dell'omicidio di Jose e Kitty, che viene riprodotta con dovizia di particolari e ripetuta, da altri punti divista, nell'arco dei 9 episodi della miniserie.

Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez dedica anche alcune puntate alla giovane coppia formata da Jose e Kitty, dal loro primo incontro fino ai molti problemi matrimoniali, e al giornalista di Vanity Fair Dominick Dunne (Nathan Lane), distrutto dall'omicidio della figlia, uccisa da un uomo che è stato assolto proprio seguendo la stessa strategia difensiva scelta da Leslie e che fa di lui uno dei più grandi nemici pubblici dei fratelli. Nessuna di queste digressioni riuscirà mai a raggiungere i picchi di L'uomo ferito.

Fortunatamente la serie - e di questo bisogna dargli atto - non tenta di assolvere né Jose né Kitty, descritti come personaggi da incubo, né tantomeno i loro figli, ma cerca piuttosto di dare un senso ad un omicidio tanto brutale raccontando il dietro le quinte di una famiglia spezzata dalla violenza e dall'indifferenza.

Cooper Koch, con con il suo Erik, riesce a dare al personaggio uno spessore ammirevole ed a tratti commovente, mentre Nicholas Alexander Chavez è perfetto nel ruolo dell'egocentrico Lyle, la cui maschera di spaccone si romperà solo in occasione di una difficile testimonianza in aula, in cui ammette di aver fatto al fratello minore ciò che suo padre aveva fatto a lui e gli chiede perdono in lacrime, ma c'è un approccio al rapporto tra i due fratelli che abbiamo trovato particolarmente odioso e difficile da comprendere.

Immagine per gentile concessione di Netflix

Più volte Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez, con un approccio voyeuristico e scene che strizzano palesemente l'occhio all'omoerotismo, sembra infatti suggerire che tra i due fratelli possa esserci una non ben esplicitata tensione sessuale, che - per voce del giornalista Dominick Dunne - viene anche asserito possa essere il vero movente degli omicidi.

Ma, seppure Erik stesso ammetta nel corso dello show di non comprendere la propria sessualità a causa degli abusi subiti e a causa di questi abbia potuto trovare nel fratello un complice indispensabile, nulla - nella storia dei fratelli Menendez - ha mai provato che tra loro ci fosse una volontaria relazione incestuosa e il fatto che sia questa serie a insinuarlo contribuisce a rendere ancora più umanamente degradante una storia che - considerate le circostanze - non aveva sicuramente bisogno di inutili drammatizzazioni.

Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez è disponibile su Netflix dal 19 settembre 2024.

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