Monster Hunter Stories, più che uno spin-off una visione alternativa - Recensione
Monster Hunter si fa JRPG: la recensione di Monster Hunter Stories
La vita del Rider non è quella del cacciatore, il Rider combatte i mostri, ha armi ed armature con le quali farlo, certo, ma si differenzia dal secondo per la capacità di cavalcare i mostri, di esplorare il mondo sulla loro groppa, di averli a fianco negli scontri. Il protagonista del gioco è proprio un Rider, quanto lo differenzia dai suoi cugini cacciatori è quanto costituisce la sostanza ludica di Monster Hunter Stories, che non è quindi un action (seppur con le sue particolarissime dinamiche, ma sempre un action) nel quale tirare giù mostroni schivando e colpendo, ma un gioco di ruolo giapponese nel quale attraversare un mondo molto vasto e combattere impartendo comandi da menù. Il motivo per farlo? Trovare il rimedio ad un misterioso flagello, un'oscurità che rende i mostri violenti, un qualcosa di molto simile alla frenesia di Monster Hunter 4 Ultimate.
Le prime fasi dell'avventura servono a prendere confidenza con un impianto di gioco che non pare particolarmente profondo nelle sue meccaniche basilari: si esplora la prima area, si raccolgono oggetti, come negli episodi regolari della serie necessari per curarsi, potenziarsi e tanto altro ancora, con alcuni che hanno un utilizzo differente, adattato al diverso genere, si battaglia seguendo le regole di un sistema di combattimento basato su una sorta di sacco, carta forbice, con potenza, velocità e tecnica. Mano a mano che si accumulano le prime ore aumenta sensibilmente la profondità dell'esperienza ludica, perché aumenta il numero di mostri coinvolti: sì, perché è di assolutà centralità in Monster Hunter Stories, come negli episodi regolari, il farmare parti di mostro per creare armi ed armature, in maniera ovviamente qui più semplice, visto che non ci sono drop rarissimi. Ci si fa più baldanzosi, ci si avventura nelle tane dei mostri, per prendere le loro uova, farle schiudere e aggiungerli alla propria schiera: è l'altro pilastro fondamentale del gioco, far nascere, aumentare di livello e migliorare praticamente tutti i mostri più noti della serie, Rathian, Zinogre, Diablos e tantissimi altri ancora.
"Si tratta in realtà di un JRPG molto classico nella basi, che trova nel corollario costituito da mostri, farming e crafting la sua modernità, nonché la connessione con la serie ispiratrice"[caption id="attachment_177205" align="aligncenter" width="400"] Salire in groppa ai propri mostri significa anche poter volare[/caption]
Monster Hunter Stories rievoca gli ultimi capitoli della serie regolare, dal punto di vista artistico, con colori accesissimi, cromatismi audaci, una cura certosina nei tanti dettagli: è molto bello da vedere, paga il dazio sul fronte del frame rate, che occasionalmente tende a calare, ma è uno tra le produzioni di maggior qualità tecnica sulla console portatile di Nintendo, anche per una colonna sonora che, prevedibilmente, alterna brani nuovi ad altri già noti. C'è quindi tanto dello spirito di Monster Hunter in questo spin-off, nel gameplay così come nella componente artistica, ma i meriti di questa bella variante vanno anche al di là di esso, sono quelli che lo rendono JRPG giocabilissimo e divertente, particolare e intrigante, un Monster Hunter che non vuole solo ispirarsi ai canoni della serie, ma della quale vuole rappresentare una visione alternativa.