Monster Hunter Generations Ultimate, quando quantità significa qualità - Recensione
Non si erano mai visti così tanti mostri tutti insieme: la recensione di Monster Hunter Generations Ultimate
Basti un dato per tutti: Monster Hunter Generations Ultimate è il capitolo della serie con il maggior numero di mostri, e questo non può non provocare un viscerale godimento per il cacciatore veterano, che non solo si ritrova ad affrontare un centinaio di creature storiche, ma soprattutto si vede risolti i più evidenti problemi di World, ovvero il relativamente basso numero di mostri grandi e, soprattutto, il loro innegabilmente minore carisma rispetto agli animali apparsi nei precedenti capitoli, perché un Odogaron non vale uno Zinogre, un Legiana un Seregios (ma potremmo fare innumerevoli altri esempi). La produzione per Nintendo Switch esibisce quindi con orgoglio un bestiario enorme, che come ben sa l'appassionato della serie non significa solo avere più mostruosi avversari da affrontare, ma anche più armi e armature da essi ricavabili, un maggior numero di approcci al combattimento e quindi di conseguenza una profondità e una ricchezza dell'esperienza di gioco enorme.
Per chi avesse spolpato Monster Hunter: World basta in realtà molto poco per adattarsi (o più probabilmente riadattarsi) ad alcuni degli elementi che erano stati modificati per rendere più gradevole l'esperienza di caccia. Il tasto per la corsa ora non rinfodera più in automatico l'arma, per esempio, le cote non sono infinite, la localizzazione del mostro non avviene più tramite le tracce e una volta scovato questo va segnato con l'apposita palla pittura, le hitbox sono meno generose, ma si tratta in realtà di minuzie che si risolvono nei pochi minuti necessari a riprendere confidenza col modello tradizionale. Anzi, in alcuni casi si trova persino più comodo l'impianto tradizionale, come quando non si è costretti a scorrere tra decine di oggetti più o meno utili (come i mantelli) per trovare quello che serve in quel momento.
[caption id="attachment_189147" align="aligncenter" width="1280"] Non è particolarmente raffinato, ma Monster Hunter Generations Ultimate è comunque un bel vedere, soprattutto in modalità portatile[/caption]
Coloro abituati a cacciare in compagnia non potranno che salutare calorosamente il ritorno della struttura che divide esperienza in singolo e multiplayer, perché è chiaro che faceva comodo avere la possibilità di un aiuto in qualunque momento, ma avanzare di grado tutti insieme verso il G Rank (del quale in World si sente enormente la mancanza), magari accogliendo nel proprio gruppo nuove reclute, aiutandole a passare le missioni chiave, è un'esperienza molto più coinvolgente.
Se esiste una serie nel quale una maggiore quantità di contenuti è automaticamente sinonimo di maggior divertimento e profondità dell'esperienza di gioco questa è Monster Hunter. Al già elevato numero di mostri presenti su Nintendo 3DS se ne aggiungono su Nintendo Switch molti altri e quindi il collaudatissimo ciclo uccidi mostro/ottieni arma e armatura/uccidi mostro più forte si estende in maniera esponenziale e goduriosa. Ci si dimentica presto delle comunque ottime innovazioni di World, di fronte a tale quantità ludica e alla purezza dell'esperienza di caccia, si perdona facilmente un impianto tecnico che molto bene rende in modalità portatile, meno su TV (pur rimanendo godibile). Monster Hunter Generations Ultimate è un colossale monumento alla serie, ma non ne testimonia un polveroso passato, piuttosto ne esibisce un fulgido presente.