Monkeyman and O'Brien, la recensione

Abbiamo recensito per voi Monkeyman and O'Brien, di Arthur Adams

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Monkeyman and O'Brien #1, anteprima 01

Nel suo saggio sul Fumetto, Scott McCloud definisce così la Nona Arte: "Immagini e altre figure giustapposte in una deliberata sequenza, con lo scopo di comunicare informazioni e/o produrre una reazione estetica nel lettore". Per chi scrive, il Fumetto è soprattutto intrattenimento ed evasione, e, in tal senso, la miniserie in tre parti Monkeyman and O’Brien è uno degli esempi più fulgidi di quanto un albo a fumetti possa regalare al lettore una via d’uscita dal quotidiano. Torniamo agli inizi degli anni ’90, quando il già affermato artista Arthur Adams (Longshot) decise di scrivere una storia che ha per protagonisti una giovane ereditiera e un gorilla super intelligente.

Dopo la misteriosa scomparsa dal padre, il professor William S. O’Brien, Ann Darrow ha ereditato il suo impero economico. Nonostante l'ottima gestione, la sorella Oniko è tornata per reclamare il controllo dell’azienda, e lo scontro tra le due ha messo accidentalmente in azione uno strambo macchinario che ha distrutto il laboratorio del professore e condotto sul nostro pianeta un gorilla ricoperto da una tuta spaziale. A quel punto, gli eventi bizzarri che iniziano a registrarsi sulla Terra sono diversi: l’esplosione ha infatti generato un raggio extra-evolutivo che ha prodotto effetti indesiderati sulle persone; Ann, ad esempio, è cresciuta di diverse decine di centimetri e ha sviluppato una super forza. Scoperta l’identità e la provenienza del gorilla, la ragazza ha deciso di aiutarlo a tornare a casa.

Immergersi nel mondo creato da Adams è un’esperienza decisamente appagante: gli amanti della fantascienza ritroveranno in Monkeyman and O'Brien le atmosfere a loro care e quel sense of wonder che ha caratterizzato fumetti come Fantastic Four e Tom Strong, tra creature mostruose, civiltà aliene, tecnologie avveniristiche e viaggi interdimensionali.

Monkeyman and O'Brien #1, anteprima 02

Introdotta da un racconto in quattro parti – Chi sono Monkeyman e O’Brien? – la miniserie di Adams ha uno sviluppo lineare e perlopiù prevedibile, ma comunque accattivante. Per quanto ben codificati e dotati di una caratterizzazione non eccessivamente tridimensionale, i personaggi di questo fumetto risultano magnetici, attori di importanti sviluppi personali. Ciò che rende davvero piacevole questo brossurato è l’amalgama messo in scena, la capacità del fumettista di sfruttare al meglio le dinamiche tra Ann e Axwell e di inserirle in un contesto in cui l’azione la fa da padrona.

Queste premesse servirebbero a poco, però, se non fossero supportate dalla spettacolare arte di Adams. Il suo marchio di fabbrica, la cura maniacale del dettaglio, trasforma Monkeyman and O’Brien in un compendio per disegnatori di serie fantascientifiche: astronavi, macchinari, bizzarre creature e paesaggi esotici prendono vita grazie alle splendide matite dell’artista americano. Nonostante questa peculiarità, lo stile di Adams non risulta macchinoso o pesante, tutt’altro: anche le sequenze di azione sono fluide e scorrevoli, e colpiscono per la capacità di coinvolgere il lettore e condurlo sul campo di battaglia.

Ci sono storie nate per far riflettere, altre per commuovere o smuovere le coscienze. Monkeyman and O’Brien, di Arthur Adams (che sarà a Lucca Comics & Games 2018), è una finestra verso l'intrattenimento più puro e avventuroso.

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