MLK/FBI, la recensione | TIFF 20
Il documentario MLK/FBI, presentato al Toronto FILM Festival, svela i dettagli della sorveglianza a cui era sottoposto Martin Luther King Jr, sottolineando pregiudizi razziali e gli scontri con Hoover
Il progetto, presentato al Toronto Film Festival, racconta il modo in cui l'FBI ha sorvegliato e tormentato Martin Luther King Jr. e la sua famiglia sfruttando i documenti finalmente accessibili, video di archivio, audio rari e interviste. J. Edgar Hoover si era infatti convinto che nel movimento che lottava per i diritti civii si fossero infiltrati dei comunisti e il leader degli attivisti fosse una minaccia per la nazione, usando quindi i mezzi a disposizione per provare a evitare il "pericolo". Le stanze di hotel e la casa del Dottor King erano spiate utilizzando microspie, i telefoni erano controllati, gli agenti pagavano degli informatori e l'FBI ingaggiava dei giornalisti per scrivere storie negative nei confronti di King.
I materiali resi finalmente consultabili dopo essere stati avvolti a lungo nella segretezza portano alla luce un piano particolarmente complicato e organizzato per infiltrarsi nel mondo del Dottor King e che sottolinea quanto il programma del razzismo e delle disuguaglianze sociali fosse, e lo è tuttora, profondamente radicato nella società americana. MLK/FBI punta l'attenzione sull'importanza delle proteste e della libertà di parola, argomento particolarmente importante anche in questi mesi all'insegna della lotta per i diritti dopo l'uccisione di numerosi cittadini da parte della polizia.
Il racconto di quanto accaduto dal 1955 fino alla morte di Martin Luther King Jr. è stato composto accedendo a migliaia di ore di conversazioni "rubate" che comprendono anche quelle avute con le sue amanti e riguardanti i progetti politici per provare a raggiungere i propri obiettivi.
Pollard, con MLK/FBI, riesce a offrire una testimonianza importante e al tempo stesso affascinante di una pagina della storia americana, forse poco conosciuta, che va analizzata e compresa per poter finalmente sperare di far compiere dei significativi passi in avanti ai diritti civili.