Mixed by Erry, la recensione
Una delle migliori ricostruzioni di un mondo in transizione in Mixed by Erry si scontra con dei protagonisti deboli
La recensione di Mixed by Erry, il film di Sydney Sibilia in sala dal 3 marzo
Erry è un nerd della musica, un dj che conosce bene i gusti delle persone. Solo che nessuno gli fa fare il dj perché non ne ha l’atteggiamento, non ne ha le sembianze e nemmeno la provenienza, è un provinciale del mondo (è di Forcella) e in quella dimensione cool non ce lo vogliono. Però conosce la tecnologia o almeno è disposto a studiarsela, e scopre che con le sue competenze può fare (e bene!) compilation su audiocassetta e che c’è un mercato! Ancora di più scopre un oggetto che duplica audiocassetta da un’ora in 2 minuti e quindi consente una produzione su larghissima scala. Nasce la pirateria musicale e un business mostruoso che porterà Mixed By Erry ad essere la prima etichetta musicale del paese e a necessitare l’istituzione di nucleo antipirateria.
Mixed by Erry però è debole quando si dedica ai protagonisti (e non è aiutato dai tre attori che non solo sono discontinui nella recitazione ma non riescono mai a creare dei personaggi vivi a cui possiamo tenere e si limitano a recitare i dialoghi) ma vola quando crea il contesto. Di nuovo con Valerio Azzali alla fotografia crea una Napoli anni ‘80 tra iperrealismo e realismo, vivissima e tempestata da facce eccezionali che sembrano uscire dal passato del nostro paese. Ma che la caratterizzazione stavolta sia il vero racconto di cui godere ce ne accorgiamo davvero quando di colpo il film si sposta a Milano e di nuovo trova un mondo caratterizzato così bene da parlare da solo di molte più cose di quelle che riescono a dire i personaggi. Allo stesso modo quando entra in gioco Fabrizio Gifuni con un personaggio complicatissimo (vicino e lontano ai protagonisti, berlusconiano, mellifluo, cinico, traditore ma anche poi sentimentale) diventa evidente quanto i protagonisti siano deboli, per la prima volta (nella filmografia di Sibilia) ben poco attivi, agitati dal tornado che hanno scatenato più che alla sua testa. Così questa volta la storia di come una persona tenuta ai margini crei un casino immenso per raggiungere le proprie aspirazioni non è raccontata per narrare quella persona ma la devastazione e agitazione che la sua rivoluzione porta, cosa voglia dire per tutti gli altri la forza della determinazione di un outsider.