Mister Link, la recensione
Mister Link, nuova favola in stop-motion piena di buoni sentimenti priva della profondità narrativa e dell’inventiva visiva Laika
Dopo aver co-diretto ParaNorman con Sam Fell e aver co-scritto Kubo e la spada magica con Marc Haimes, Chris Butler questa volta lavora da solo a un prodotto Laika ed è sceneggiatore e regista di Mister Link, una nuova favola in stop-motion piena di buoni sentimenti ma purtroppo priva della profondità narrativa e dell’inventiva visiva degli altri film dello studio (Coraline e la porta magica di Henry Selick, ad oggi, rimane un vero e proprio capolavoro).
Non solo infatti il ruolo della creatura, nella relazione con gli altri personaggi, non viene messo a fuoco, ma nemmeno il dramma del co-protagonista Sir Lionel Frost, un avventuriero alla Sherlock Holmes (dotato dalla stessa vanità comica dello Sherlock di Robert Downey Junior), trova il giusto modo per svilupparsi. Sir Lionel va infatti in cerca della creatura per ripicca personale, ma dopo l’incontro con il sasquatch (questo è il nome scientifico di Mr Link) l’aspirante lord viene effettivamente posto di fronte al pregiudizio antropologico della scoperta come civilizzazione. Tutto questo discorso va presto a rotoli, concludendosi in un finale che davvero sembra ribadire come la normalizzazione del diverso possa avvenire solo secondo le leggi di una definita comunità sociale.
Quanto l’umorismo di ParaNorman e il suo gioco metacinematografico?
Quanto la magnificenza visiva e l’originalità narrativa di Kubo?
Dovrebbe, almeno questo si intuisce, essere il genere avventura, il gioco del ribaltamento d'Indiana Jones (ma anche di 007): ma Mister Link, rimanendo sempre sulla superficie e nell'osservanza delle svolte di trama tradizionali, non riesce a regalare nessun respiro davvero dinamico alle scene. E se pure la colonna sonora di Carter Burwell passa inosservata, tra scene action che nemmeno risolvono i loro stessi cliffhanger (i personaggi si salvano da una situazione mortale senza che lo spettatore sappia come hanno fatto), forse il problema è davvero quello di dover prendere una scelta coraggiosa, una scelta che porti il film in una direzione precisa.