Misfits 3x08, "Episode Eight" (finale): il commento

Misfits giunge all'ultimo appuntamento di questa terza stagione, con un episodio inizialmente blando ma dal finale estremamente emozionante...

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"Are we supposed to feel happy or sad?"

Passato e futuro, vita e morte, felicità e tristezza: nell'ultimo istante tutti gli opposti si incontrano, si sovrappongono, combaciano perfettamente e si completano a vicenda. Il cerchio si chiude, e tutto ciò che resta sono quattro ragazzi nella loro uniforme arancione da servizio sociale in piedi sul tetto di un palazzo che abbiamo imparato a conoscere fin troppo bene. Misfits ci lascia anche per quest'anno, e lo fa a modo suo, congedandosi con un finale che, esattamente in linea con l'andamento altalenante della stagione, costantemente in bilico tra aspettative mancate e momenti di puro intrattenimento, potrebbe essere tranquillamente scisso in due segmenti, con una prima parte più blanda a cui fa seguito una seconda qualitativamente impeccabile e decisamente emozionante.

A volte ritornano: la strada del supereroe è lastricata di buone intenzioni, ma anche di un mucchio di cadaveri pronti a tornare nelle forme più disparate per potersi fare giustizia da soli, non potendo evidentemente far conto sulle forze dell'ordine che, come appurato in più occasioni, sono praticamente inesistenti in questo universo. Dopo gli zombie della settimana scorsa, ecco quindi Tony e Sally, i primi due probation worker uccisi dai nostri, che tornano sotto forma di spiriti, in compagnia di Rachel, la ragazza ultraconservatrice che nel finale della prima stagione cercava di convertire chiunque ad uno stile di vita più "rigido" grazie alle proprie capacità, salvo poi anche lei finire uccisa. I tre sono tornati sul luogo del delitto grazie alle capacità di un medium (personaggio che veloce come è entrato nella puntata altrettanto velocemente ne uscirà dopo aver dato il suo contributo alla trama) al fine di poter risolvere le classiche faccende in sospeso da fantasmi.

Sally quindi troverà nella vendetta il proprio riscatto, o almeno ci proverà, inviando ad Alisha un video con il cellulare nel quale sta baciando Simon dopo aver fatto leva sui suoi sensi di colpa (si tratta di fantasmi molto concreti) mentre Rachel cederà a tutte le tentazioni a cui aveva rinunciato da viva, tra cui fumare, drogarsi, fare sesso e imprecare. Non è chiaro quale sia la faccenda in sospeso di Tony, dato che apparentemente non ne ha, se non forse quella di prendere qualche ulteriore colpo di estintore in testa e di fermare Sally dal tentativo di gettare Alisha dal tetto. A questo punto in ogni caso i due si ritroveranno e scompariranno insieme in un bagliore di luce dopo aver occupato senza alcun impatto sulla narrazione più di un quarto d'ora complessivo di questo finale. Non si sentiva la mancanza di questi due personaggi, il loro ritorno non ha aggiunto praticamente niente all'episodio, e la tensione che avrebbe dovuto scaturire dal presunto tradimento di Simon verso Alisha lascia nei fatti abbastanza freddi, sebbene tutto sia giustificabile in prospettiva come un lungo prologo per il vero e proprio finale di stagione.

Rachel si rivela infatti come il vero nemico della puntata, come Sally scopre di non essere ritornata per lo scopo che pensava, ma di essere effettivamente lei lo spirito giunto per vendicarsi e poter così "andare oltre". La sua ira trova come bersaglio Alisha che, colpita alla gola con un taglierino, si accascia inesorabilmente sanguinando tra le braccia di Simon. Rachel svanisce, Alisha muore. Sebbene sia una svolta leggermente prevedibile giunti ad un certo punto della puntata, è comunque di grandissimo impatto, così come le sequenze che seguono e che vedono Simon protagonista assoluto, momenti estremamente precisi e calibrati per dare più risposte possibili agli interrogativi rimasti in sospeso. Una volta perduta Alisha infatti, Simon non può far altro che accettare il proprio destino e ritornare nel passato come sapeva che prima o poi avrebbe dovuto fare. Molto semplicemente, lo stratagemma è quello di un potere che permetta il viaggio nel passato, molto simile a quello di "riavvolgimento" appartenuto prima a Curtis, poi a Kelly e infine all'iguana di Seth (anche se va ricordato che questo potere nella puntata dei nazisti era stato completamente sovvertito, diventando una normale capacità di viaggiare nel tempo). Stavolta però Simon dovrà rimanere nel passato (acquistando poi da Seth un potere di immunità che gli permetterà di toccare Alisha) e compiere quella serie di azioni che porteranno alla sua morte. In un loop infinito quindi Simon salverà la vita ad Alisha, lei si innamorerà di lui e lo renderà l'uomo che è, pronto a sacrificarsi in eterno per lei con entrambi destinati a morire l'uno nelle braccia dell'altro per sempre.

Probabilmente non è un finale perfetto (non stiamo nemmeno a chiederci come verrà spiegata la morte/scomparsa dei due, apparentemente, come ognuno dei Misfits, sprovvisti di un'esistenza al di fuori di quelle quattro mura del centro), ma è davvero un bel finale, romantico come lo definisce Kelly, felice e triste al tempo stesso secondo la definizione di Rudy. E queste due emozioni contrastanti rappresentano un pò la sintesi del giudizio su questa terza stagione di Misfits: alcune battute entrate nell'olimpo dei migliori momenti della serie, un recasting azzeccatissimo che non ha fatto per nulla rimpiangere l'abbandono di Sheehan, varie emozioni sincere come quelle vissute in questo finale, ma anche puntate che giravano a vuoto, una generale sensazione di perdita di quella spontaneità e freschezza delle prime due stagioni, la presenza degli atavici difetti di scrittura che hanno sempre caratterizzato la serie e una sfida costantemente rinnovata con lo spettro di ciò che è stato e che forse non sarà più.

Al netto di tre dei protagonisti originali (gli interpreti di Alisha e Simon hanno confermato che non torneranno) Misfits guarda al futuro, con la notizia del rinnovo dello show per il quarto anno. Gli scenari possibili sono infiniti, ciò che è certo è che la serie con questa stagione ha dimostrato di non poter reggere ancora per molto sulla struttura che fino ad ora ha fatto la sua fortuna, ma che domani, nell'incapacità di distaccarsene e rinnovarsi, potrebbe rivelarsi come il suo più grande punto debole.

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