Mio Figlio, la recensione
Con poca capacità di sfruttare la propria storia, Un Figlio, non è nè cinema di genere nè cinema d'autore
I due si sono separati tempo fa e lui è sempre in giro. Lo raggiunge la telefonata che annuncia la scomparsa e si precipita in loco per scoprire che nessuno sta facendo troppo per trovarlo e che il secondo marito di Marie non sembra molto interessato e addirittura ha da guadagnare da questa scomparsa. Bastano pochi giorni per far impazzire di rabbia Julien che inizia a fare da sé le proprie indagini artigianali.
Se la prima parte del film ancora si tiene su un livello buono di credibilità, nella seconda, quando inizia la vera indagine e si comincia a scoprire qualcosa, la sequenza di momenti sconfortanti aumenta vertiginosamente. Non è difficile dire che Carion non abbia grande confidenza con il cinema d’azione o anche solo con il thriller, visto come gira le scene più di suspense e come manca di capacità di gestire la violenza e, soprattutto, la recitazione di Guillaume Canet: sopra le righe senza stile, urlata senza vera rabbia.