Mini-Mech Mayhem, strategia e robot in realtà virtuale – Recensione

Ogni partita a Mini-Mech Mayhem è imprevedibile e tremendamente divertente, una battaglia vissuta con il cuore in gola, nella speranza di aver fatto le giuste previsioni e di aver preso i dovuti accorgimenti

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Mini-Mech Mayhem, lo si intuisce già dalla prima schermata, avrebbe potuto funzionare alla grande anche senza realtà virtuale, feature che se conserva inalterato il suo innegabile fascino, a dispetto di giochi come Star Trek: Bridge Crew o Werewolves Within, non aggiunge davvero nulla sotto il profilo prettamente ludico.

Se le due produzioni sopracitate, anch’esse caratterizzate da una staticità pressocché totale, grazie alla VR riuscivano ad infondere nel gameplay una fondamentale ed irrinunciabile fisicità, necessaria per una corretta interazione con gli altri partecipanti alla partita, non può dirsi lo stesso della creatura di FuturLab, né più, né meno un gioco da tavolo, una rilettura molto fantasiosa degli scacchi se vogliamo, che ha comunque il grande pregio di presentarsi con regole e meccaniche chiare ed intriganti.

[caption id="attachment_197204" align="aligncenter" width="1000"]Mini-Mech Mayhem screenshot In Mini-Mech Mayhem si possono imbastire anche partite contro la CPU. Va da sé che solo in multiplayer il gioco dà il meglio[/caption]

A partire da una visuale in prima persona, vi ritroverete di fronte ad una griglia, circondati dai tre avversari che dovrete battere. Si inizia posizionando su una casella il proprio Mini-Mech, unica unità a cui dovrete impartire una serie di comandi, al fine di accaparrarvi, prima di tutti, tre punti. Per farlo, potrete acciuffare il medaglione d’oro, posizionato casualmente sulla griglia all’inizio del match, oppure abbattere i robot degli altri partecipanti.

"Ciò che manca alla creatura di FuturLab, purtroppo, è la cura per i dettagli, carenza che si palesa in un gameplay sì funzionale, ma rinunciatario"Come facilmente intuibile, si gioca a turni, decidendo di volta in volta se spostarsi di qualche casella, o se aprire il fuoco decidendo a quale parte del corpo dell’avversario mirare. A seconda della parte colpita cambiano i malus inferti, dall’ovvia diminuzione della barra della salute, all’indietreggiamento di qualche casella.

La vera meccanica che contraddistingue e influenza l’intera esperienza, tuttavia, riguarda il rispetto dei turni, determinati unicamente, in senso crescente, dal quantitativo di punti azione richiesti da ogni comando impartito da tutti i partecipanti. Ciò significa che più di ogni altra cosa dovrete tentare di anticipare ed indovinare le mosse degli avversari, dal momento che eventuali spostamenti e cambi di direzione degli avversari potrebbero preventivamente eludere i vostri attacchi, sabotare accorte strategie, mandare all’aria ogni piano.

Si tratta di una feature che nella sua semplicità rende imprevedibile e tremendamente divertente ogni partita, tutte vissute con il cuore in gola, nella speranza di aver fatto le giuste previsioni e di aver preso i dovuti accorgimenti. Soprattutto affrontando i propri amici, possono nascere contese vivaci e generose di momenti di pura ilarità.

Ciò che manca alla creatura di FuturLab, purtroppo, è la cura per i dettagli, carenza che si palesa in un gameplay sì funzionale, ma rinunciatario.

Se vincendo le partite, si ha modo di sbloccare decine di oggetti decorativi con cui personalizzare il proprio mech, salendo di livello non otterrete alcun bonus o nuovo potere da sfoggiare in partita. Questa scelta di design va ovviamente nella direzione, tanto in voga ai tempi dei battle royale, di lasciare che sia l’effettiva abilità del videogiocatore a decretarne la vittoria in battaglia, non garantendogli alcun vantaggio già dall’avvio della schermaglia. L’idea è sicuramente condivisibile, ma azzera la progressione e mortifica la varietà del gameplay.

[caption id="attachment_197205" align="aligncenter" width="1000"]Mini-Mech Mayhem screenshot Ovviamente ruotando la testa e muovendo il collo potrete osservare da diversi punti di vista la griglia. Ma è davvero troppo poco per giustificare il coinvolgimento della realtà virtuale[/caption]

Ne viene fuori un’esperienza riuscita a metà, ingiustificatamente costretta e proposta in realtà virtuale. Se le prime partite regalano risate a profusione, dando all’utente la possibilità di appassionarsi ad un gameplay comunque avvincente quanto basta, consumatosi l’impeto iniziale, scorgerete tutti i limiti e le mancanze di un prodotto che avrebbe necessitato di maggior attenzione e di una progettazione che scavasse più in profondità.

Mini-Mech Mayhem è un gioco da tavolo virtuale in multiplayer piuttosto effimero. Strega, diverte e appassiona, ma la magia dura poco, giusto il tempo di accorgersi che al di sotto della superficie si nasconde ben poco.

Comunque consigliato ai fan del genere, in cerca di un’esperienza senza troppe pretese.

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