Mine vaganti - La recensione
Un ragazzo torna in Puglia per rivelare alla famiglia la sua omosessualità. Il nuovo film di Ferzan Ozpetek è un ritorno al cinema che lo ha reso famoso: funziona la comicità, decisamente meno la parte drammatica...
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Recensione a cura di Francesco Alò
TitoloMine vagantiRegiaFerzan OzpetekCastRiccardo Scamarcio, Nicole Grimaudo, Ennio Fantastichini, Alessandro Preziosi, Lunetta Savino
Uscita12 marzo 2010
Se c'è una caratteristica del cinema italiano contemporaneo, è l'ossessione per il ritorno a casa. Sono tanti infatti i registi che avvertono il bisogno di ricordare la terra d'origine in ogni modo, rappresentandone gioie e dolori. C'è chi, come Sergio Rubini, lo fa in modo spasmodico, praticamente in ogni sua pellicola, altri come il Virzì de La prima cosa bella si sono cimentati con l'argomento recentemente. Senza dimenticare Gabriele Muccino, che lo ha fatto in maniera extracinematografica tornando alla 'casa' che lo ha fatto conoscere con Baciami ancora.
Così, assistiamo al tentativo del regista di ritornare in sintonia con gli spettatori che lo hanno amato e portato al successo. La cosa interessante è che, come spesso capita, i realizzatori italiani che danno vita a film agrodolci siano molto più bravi sul versante comico che su quello drammatico. Volete degli esempi? Manuale d'amore, Ex e Genitori e figli.
E rispetto ai suoi film di maggiore successo (Le fate ignoranti e La finestra di fronte), manca una figura di donna forte, considerando che i ruoli femminili sono un contorno a questi personaggi maschili. Per fortuna che c'è Nicole Grimaudo, la nostra Natalie Portman (ma lei è molto più sexy della Portman), che dà vita assieme a Scamarcio ad alcune delle scene migliori del film, compresa la sequenza che cita Tom Jones di Tony Richardson, con dei tramezzini da mangiare e Patty Pravo in sottofondo.
Ma i momenti migliori sono frutto di un gruppo di fantastici gay che, ritrovatisi nella villa pugliese in cui il protagonista sta soffrendo vittima dei suoi tormenti, devono far finta di essere gay e così generano le maggiori risate della pellicola. E se Ennio Fantastichini è continuamente impegnato a urlare, è ottimo l'apporto di Alessandro Preziosi, che incarna il fratello di Scamarcio. In conclusione, un film che non mi ha colpito particolarmente. Ma è una sensazione che ho spesso di fronte al cinema italiano...