Milkmaid of the Milky Way, un viaggio tra terre scandinave e cieli alieni - Recensione
Milkmaid of the Milky Way prova a dare al giocatore una lettura semplice, quasi fiabesca, ma pur sempre efficace, di temi sempre attuali
Un giorno però, un’astronave aliena giunge improvvisamente sopra i verdi prati erbosi e cattura la mandria al pascolo, portando via con sé l’unico bene affettivo e di sostentamento per Ruth. La giovane però non demorde, insegue l’astronave vincendo anche la paura del vuoto e la vertigine pur di riavere ciò che le spetta, prima fra tutte Lykke, la sua mucca preferita. Da quel momento, la storia si fa un po’ più affascinante, mettendoci a confronto con uno scenario totalmente fuori dal mondo, colorato e un po’ infantile, ma ben descritto. Unica, vera costante del gioco: qualsiasi momento narrativo o dialogico è stato scritto in rima, quasi come una filastrocca (con qualche refuso linguistico nella versione inglese), rendendo piuttosto ritmata e ben cadenzata la descrizione di quanto accade in ogni momento. Si giunge di seguito al fulcro della storia, ossia il momento di confronto con la regina Amritas, vera e propria dittatrice degli omini blu, che la servono con affetto e devozione, o presunti tali. Il suo obiettivo è rubare vitalità e giovinezza a qualsiasi forma di vita, sottraendo anni e anni di età ai sudditi, e anche a Ruth, invecchiandoli immediatamente e precocemente per trasferire i loro anni ai suoi animali da latte e mantenerli sempre in forze.
Un viaggio dalle stalle alle stelle, in senso stretto: da una storia quasi apatica e davvero ai minimi di coinvolgimento ed emotività, la storia diventa un po' più complessa, aumentando gli scenari di gioco e i personaggi con cui interagire. Si tratta di un’avventura dal chiaro sapore retrò, dettato in primis dai pixel con cui ogni elemento viene presentato, poi dalla semplicità dei comandi e dalla loro quantità limitata. Un punto a favore sicuro sta nella possibilità (finalmente) di usare il touchscreen per guidare Ruth e selezionare oggetti e qualsiasi altro punto di riferimento sullo schermo. Un funzionalità che viene effettivamente poco sfruttata dai giochi su Nintendo Switch e che in Milkmaid of the Milky Way è davvero utile: in alternativa, dobbiamo guidare e selezionare tramite cursore, dalla velocità personalizzabile, come in un classico punta e clicca, soluzione mai comoda come l’uso immediato delle dita sullo schermo.
[caption id="attachment_198706" align="aligncenter" width="1280"] Ruth scopre il terribile destino che attende i suoi animali allevati con amore[/caption]
Milkmaid of the Milky Way è una piccola tessera che va a incastonarsi bene nel mosaico sempre più ampio della produzione indie portata su Nintendo Switch, nella quale non si distingue certamente per la complessità nel gameplay e nel design. Prova a dare al giocatore una lettura semplice, quasi fiabesca, ma pur sempre efficace, di temi sempre attuali: il divario tra il bene e il male, l'ottusità del potere e, soprattutto, la preziosità del tempo, per una storia godibile da un pubblico di età diverse e affascinante per idee e ambientazioni.