Miles Morales: Spider-Man 1, la recensione

L'esordio di Miles Morales: Spider-Man rinnova la tradizione dell'Uomo Ragno arricchendola di nuovi affascinanti contenuti

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Miles Morales: Spider-Man #1, anteprima 04

Conclusa la gestione del co-creatore del personaggio Brian M. Bendis, il futuro di Miles Morales era quanto mai incerto, ma grazie al successo del film d’animazione Spider-Man: Un nuovo universo la figura del giovane Spider-Man è stata rilanciata prepotentemente, e oggi risplende nella serie scritta da Saladin Ahmed (Freccia Nera) per i disegni di Javier Garrón (Ant-Man & Wasp). Panini Marvel Italia ha deciso di dedicare un bimestrale al Tessiragnetele afro-latinoamericano, ormai pronto a camminare sulle sue gambe.

Ritroviamo l'ex abitante dell'Universo Ultimate nei panni di studente con borsa di studio alla Brooklyn Visions Academy e alle prese con il solito equilibrio precario tra la frequentazione delle lezioni e l'attività di super eroe. Durante una delle sue tante scorribande notturne, Spidey affronta uno storico nemico dell’alter ego di Peter Parker: Rhino. Come spesso accade quando c'è di mezzo Aleksei Sytsevich, l’incontro/scontro anticipa l’avvento di una minaccia ben più grande, in cui in questo caso è coinvolta una persona riconducibile a Miles.

Sin dalle primissime battute è evidente che la volontà di Ahmed è quella di incanalare la narrazione lungo sentieri perfettamente riconoscibile a ogni fan dell’Arrampicamuri classico: la storia di un teenager alle prese con le difficoltà relative alla sua sfera privata – scuola, famiglia, amore – e a quelle dell’essere l’Uomo Ragno. Oltre ai pericoli e ai problemi che scaturiscono dall’affrontare criminali da strapazzo o dal restare sveglio tutto la notte, Miles deve inoltre farsi accettare dalla comunità per quello che è: non un sostituto dello Spider-Man originale ma qualcosa di più.

"L’esordio italico di Miles Morales: Spider-Man convince e soddisfa, restituendoci un Tessiragnatele accattivante e decisamente in forma."Nulla di nuovo sotto il sole, qualcuno potrebbe obiettare. Quante storia abbiamo letto in cui sono stati affrontati temi simili? A fare la differenza è però l’estro di Ahmed, che riesce ad aggirare l’ostacolo della ripetitività impostando il racconto come il diario segreto di Miles. Alla lunga, la scelta risulta vincente: entriamo subito in sintonia con i pensieri più profondi del protagonista, che si mette a nudo rivelandosi terrorizzato all'idea di assumersi le responsabilità legate ai suoi poteri e, molto probabilmente, non così pronto a sacrificarsi per un bene più alto.

A quest’aspetto centrale nell’economia del fumetto si aggiunge la capacità dello scrittore di costruire un numero d’esordio in grado di tratteggiare il personaggio in maniera funzionale per i neofiti quanto per i lettori veterani, e senza risultare ridondante. La storia editoriale dello Spider-Man giunto da Terra-1610 è ormai al quanto ricca, ma Ahmed la condensa abilmente in poche pagine, ne cattura l’essenza e ne trasmette gli aspetti peculiari, utili ad avviare la serie.

Applausi anche a Garrón, che sostanzialmente dà forma alla quintessenza di una serie ragnesca, con sequenze dinamiche tra i grattacieli e frangenti in cui la recitazione dei personaggi diventa preponderante. L'artista spagnolo dà vita a pagine curate e mai così leggibili nella sua carriera, completate dalle colorazioni vivaci di David Curiel.

Perfettamente bilanciato tra le molteplici sfaccettature – commedia adolescenziale, action, approfondimento psicologico, siparietti esilaranti – l’esordio italico di Miles Morales: Spider-Man convince e soddisfa, restituendoci un Tessiragnatele accattivante e decisamente in forma.

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