Midnight in Paris, la recensione

Dopo Londra, Venezia e Barcellona, e in attesa di Roma, Woody Allen si ferma ancora una volta in Europa per un film che trasuda romanticismo fin dalla locandina...

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Dopo Londra, Venezia e Barcellona, e in attesa di Roma, Woody Allen si ferma ancora una volta in Europa per un film che trasuda romanticismo fin dalla locandina in cui la Notte Stellata di Van Gogh viene riletta ad uso e consumo dei pensieri del suo protagonista mentre, mani in tasca, guarda la Senna e una città che si sveglia.

Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?” disse una volta Joseph Conrad e lo stesso problema ha Gil (Clive Owen Owen Wilson)) quando spiega alla fidanzata (Rachel McAdams) che della vacanza parigina lui vuole respirarne quelle suggestioni solitarie che solo le passeggiate notturne possono dargli.

E così se ne va da solo, entrando dentro una Parigi da cartolina che sarà pure un cliché molto americano, ma è comunque così bella da guardare che non puoi che restarne conquistato. La Villette, Montmartre, Père Lachaise, la torre Eiffel, i suoni e i colori. Tutto è magico e lo è nel vero senso della parola. In un attimo sei pronto a credere a qualsiasi cosa, anche la più incredibile e così ti lasci prendere per mano da Woody Allen e ti fai accompagnare all'interno nel suo delicato Fuori Orario à la française.

Ed è vero che, come è suo solito, Woody parla di scrittori senza più vena creativa e di amori che finiscono e nascono come se tutto fosse naturale, senza sceneggiate o drammi perché è così che pensa che dovrebbe andare (la passione si spegne, le persone cambiano, e nuove scintille sono sempre pronte ad accendersi se si è nello spirito giusto), ma lo fa con tale leggerezza che alla fine esci dalla sala con il buono umore. Sia che tu sia in amore con la persona che pensi sia quella giusta, sia che tu abbia dei dubbi o tu sia ancora in cerca, dopo il film acquisti la consapevolezza che ci sarà sempre tempo per te di cambiare e trovare comunque la felicità. E se un regista riesce a dirti tutto questo con un solo film, interrogandoti oltretutto sull'arte, i modelli del passato, l'importanza dello ieri e quella del presente inteso come attimo dopo attimo, beh, allora non si può che ringraziarlo.

Dopotutto anche quando al cinema ti ha deluso con alcuni dei suoi passaggi a vuoto (e capita, soprattutto quando realizzi un film l'anno) sei ben consapevole che anche le sue opere meno riuscite valgono più del 90% del cinema che gli sta intorno.

Midnight in Paris è un film da gustare senza pretendere nulla, da prendere come un quadro impressionista in cui non si cerca il realismo o le forme, ma ci si accontenta della poesia.

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