Midnight Eyes Ave. #1, la recensione
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Veniamo alla trama di questo primo numero del progetto, che si dipanerà in una trilogia. Shintaro fa parte di una banda di mototeppisti. Il senso di giustizia di queste orde di delinquenti sarà senza dubbio discutibile, ma certamente è molto forte, almeno in Shintaro. Difende una ragazza da una molestia sessuale in metropolitana. Con troppa convizione, probabilmente. Sicuramente, scegliendo male il molestatore a cui rifilare una testata sul muso in luogo pubblico. Trattasi di yakuza, pure dei piani alti. Shintaro non lo sa ancora, ma si è tirato addosso una gran brutta gatta da pelare e lui e i suoi amici stanno per scoprire che girare tutti con lo stesso riconoscibilissimo giubbotto, può creare dei problemi.
Di fatto, succede poco. Gli eventi sembrano in totale fase di costruzione e il ritmo della narrazione è posato, di ampio respiro. Una scelta consapevole evidente degli autori Massimo Rosi e Paolo Maini, evidentemente innamorati dei propri personaggi e per nulla intenzionati a nascondere la voglia di prendersi tutto il tempo necessario per costruirli e spiegarli al lettore, nella speranza che anche lui possa innamorarsene, pian piano. Un rischio, com'è evidente. Pedalare lentamente non aiuta a mantenere la bicicletta in equilibrio. Non è molto diverso per un fumetto pulp o d'azione o comunque per una storia di questo genere. Per ora, la dinamica dei primi due capitoli sta perfettamente in piedi. Vedremo come i due sceneggiatori saranno in grado di far collassare gli eventi, di far succedere effettivamente qualcosa dando contemporaneamente un senso a questo interessante approfondimento psicologico.
In conclusione, Midnight Eyes Ave. #1 è una piacevole lettura e un solido inizio di trilogia, capace di intrattenere e di incuriosire. Un esordio interessante che ci auguriamo prosegua con la stessa qualità mostrata in queste pagine, senza cadere nello stereotipo che, ahinoi, è sempre dietro l'angolo in questi casi ed è pronto ad azzannare alla gola, per esempio, la personalità dell'antagonista di turno (giovane viziato rampollo della malavita) e l'identità della ragazzina salvata da Shintaro (scolaretta apparentemente indifesa affascinata dal teppista gentiluomo). L'abilità sarà utilizzare questi topos in maniera originale. Non vediamo l'ora di scoprire se il trio Rosi, Maini, Tramutoli riuscirà nell'impresa. Le primissime pagine del volume, con la loro buona dose di dichiarazione metafumettistica, lasciano ben sperare.
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