Midnight Eyes Ave. #1, la recensione

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Lo definiscono un non-manga, quelli di BookMaker Comics. E non è difficile capire perché. L'ambientazione è giapponese, e anche le atmosfere, le suggestioni grafiche, il tratto potrebbe richiamare i mangaka più sporchi ed espressivi. Ma la percezione di un prodotto europeo è evidente. Non italiano. Midnight eyes Ave. #1 ha un respiro decisamente internazionale, anche questo immediatamente riconoscibile.

Veniamo alla trama di questo primo numero del progetto, che si dipanerà in una trilogia. Shintaro fa parte di una banda di mototeppisti. Il senso di giustizia di queste orde di delinquenti sarà senza dubbio discutibile, ma certamente è molto forte, almeno in Shintaro. Difende una ragazza da una molestia sessuale in metropolitana. Con troppa convizione, probabilmente. Sicuramente, scegliendo male il molestatore a cui rifilare una testata sul muso in luogo pubblico. Trattasi di yakuza, pure dei piani alti. Shintaro non lo sa ancora, ma si è tirato addosso una gran brutta gatta da pelare e lui e i suoi amici stanno per scoprire che girare tutti con lo stesso riconoscibilissimo giubbotto, può creare dei problemi.

Da questa premessa, che riassume il primo dei due capitoli di cui il volume si compone, potreste pensare che Midnight Eye Ave. si svolga come un classico fumetto pulp, con i ritmi narrativi serrati di un tipico prodotto giapponese e una spiccata propensione per l'azione. Non è così. Ogni capitolo, almeno sinora, porta il nome di uno dei protagonisti. All'esordio di Shintaro, che vi abbiamo appena raccontato, segue il racconto della sua situazione familiare disagiata. Gli autori ci mostrano scene della sua vita quotidiana, forse alla ricerca dei motivi che lo hanno portato a determinate scelte di vita, certamente in uno sforzo di caratterizzazione del personaggio. Il secondo capitolo segue la giornata del suo compagno Juichi, alle prese con la gestione di una giovane stalker, la classica brava ragazza e scolara nipponica difesa da Shintaro e ora alla ricerca del suo salvatore. Sullo sfondo, si dipinge l'antagonista, con la sua personalità, le sue scelte e le sue trame.

Di fatto, succede poco. Gli eventi sembrano in totale fase di costruzione e il ritmo della narrazione è posato, di ampio respiro. Una scelta consapevole evidente degli autori Massimo Rosi e Paolo Maini, evidentemente innamorati dei propri personaggi e per nulla intenzionati a nascondere la voglia di prendersi tutto il tempo necessario per costruirli e spiegarli al lettore, nella speranza che anche lui possa innamorarsene, pian piano. Un rischio, com'è evidente. Pedalare lentamente non aiuta a mantenere la bicicletta in equilibrio. Non è molto diverso per un fumetto pulp o d'azione o comunque per una storia di questo genere. Per ora, la dinamica dei primi due capitoli sta perfettamente in piedi. Vedremo come i due sceneggiatori saranno in grado di far collassare gli eventi, di far succedere effettivamente qualcosa dando contemporaneamente un senso a questo interessante approfondimento psicologico.

Una cosa è certa: avranno una notevole mano dalle matite di Margherita Tramutoli, in arte La Tram, talentuosa giovane disegnatrice che fa sfoggio di una tecnica decisamente personale in questo primo numero. Buona regia della tavola, tratto deciso e spigoloso decisamente in accordo con la materia narrata, soluzioni di inquadrature interessanti e caratterizzazione grafica dei personaggi interessante. Con un disegno particolareggiato quando serve, senza risultare troppo pesante, Tramutoli accompagna la narrazione lenta dei due capitoli interpretandone ottimamente il ritmo, evocando le atmosfere nipponiche senza scimmiottare in alcun modo la tecnica manga.

In conclusione, Midnight Eyes Ave. #1 è una piacevole lettura e un solido inizio di trilogia, capace di intrattenere e di incuriosire. Un esordio interessante che ci auguriamo prosegua con la stessa qualità mostrata in queste pagine, senza cadere nello stereotipo che, ahinoi, è sempre dietro l'angolo in questi casi ed è pronto ad azzannare alla gola, per esempio, la personalità dell'antagonista di turno (giovane viziato rampollo della malavita) e l'identità della ragazzina salvata da Shintaro (scolaretta apparentemente indifesa affascinata dal teppista gentiluomo). L'abilità sarà utilizzare questi topos in maniera originale. Non vediamo l'ora di scoprire se il trio Rosi, Maini, Tramutoli riuscirà nell'impresa. Le primissime pagine del volume, con la loro buona dose di dichiarazione metafumettistica, lasciano ben sperare.

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