Metal Gear Solid: Sons of Liberty, la recensione

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Dopo aver pubblicato qualche anno fa il fumetto del celebre videogioco Metal Gear Solid, il capitolo più famoso della saga Konami ideata da Hideo Kojima, Magic Press ha portato in Italia anche l'adattamento del seguito Metal Gear Solid: Sons of Liberty.
Il videogioco compie una scelta narrativa coraggiosa, accantonando parzialmente il personaggio più carismatico Solid Snake e il nuovo protagonista è Raiden, un nuovo agente che può contare sul supporto di un team composto da vecchie conoscenze e alcuni personaggi inediti.
Il fumetto segue abbastanza fedelmente la vicenda della versione videoludica, con una struttura che non tradisce l'origine dell'opera. Anzi, la narrazione si concentra sugli sviluppi della trama, quasi trascurando la componente action della storia. A suo tempo MGS2 aveva suscitato critiche perché i filmati erano presenti in quantità eccessiva rispetto alla componente interattiva, e questo fumetto sembra valorizzare al meglio questo strano equilibrio.

Il motivo per cui le scene d'azioni passano quasi in secondo piano è da imputare parzialmente anche alle tavole, con disegni realizzati in uno stile particolare dove chine e colori si fondono in modo indefinito andando a evocare forme umane e ambienti comunque comprensibili. Se si capisce indicativamente cosa si sta guardando, non si può dire lo stesso dei dettagli, perciò capita di non distinguere immediatamente l'identità di un personaggio o la composizione di una vignetta. Ashley Wood ha un grande talento per le illustrazioni e si vede dalle copertine e dalle splash-page evocative, ma nelle tavole composte da molte vignette il suo stile non è al servizio del racconto, visto che capita di doversi soffermare qualche istante per comprendere cosa si sta guardando. Non si può dire che Wood non sia abile, ma forse un artista come lui è più efficace nel catturare momenti e immagini suggestive, ma in un media come il fumetto ne viene quasi penalizzato. Questo si può notare in vignette dove i personaggi sono in pose tutt'altro che plastiche, faticando a trasmettere la sensazione del movimento, o nei combattimenti uno contro uno privi di pathos.

Metal Gear Solid: Sons of Liberty è un fumetto che può catturare chi ha già giocato e apprezzato la controparte videoludica, ma forse faticherà a conquistare un lettore che si avvicina alla storia in questo modo, senza poter cogliere il fascino dei personaggi e la natura più dinamica dell'avventura di Raiden.

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