The Messenger - La recensione

Una coppia di soldati ha il compito di annunciare ai familiari la morte dei loro cari in guerra. Grazie a delle interpretazioni magnifiche, finalmente una pellicola indipendente che non cerca di piacere a tutti...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloThe MessengerRegiaOren Moverman
Cast
Ben Foster, Woody Harrelson, Samantha Morton, Jena Malone, Steve Buscemiuscita7 maggio 2010 

Uno dei grandi problemi del cinema americano è il crollo della scena indipendente. Mentre negli anni novanta abbiamo assistito alla nascita di tanti realizzatori di valore con opere estreme, ora sembra quasi che anche nel panorama dei film a basso budget stiano cercando tutti il prodotto che piaccia alle major e diventi il nuovo Juno/Little Miss Sunshine/500 giorni insieme.

Le ragioni commerciali sono comprensibili, ma, a questo punto, perché uno dovrebbe andare a cercare le pellicole al Sundance e non al multiplex vicino casa? Per fortuna, ogni tanto arrivano anche pellicole come The Messenger. Che magari non ha grandi picchi e non è perfetto, ma almeno non dà l'impressione di voler compiacere il pubblico.

Non è infatti facile trovare un film in cui si mettono in scena due protagonisti così poco piacevoli, che da una parte si ritrovano a dover annunciare a genitori e spose la morte dei loro cari, dall'altra devono affrontare problemi e debolezze personali che sembrano avere la meglio su di loro. Certo che, se dietro a queste parti ci sono due attori come Woody Harrelson e Ben Foster, allora le cose filano lisce.

In quella che è stata un'annata memorabile per lui (ruoli importanti in Zombieland e 2012), Harrelson potrebbe ritrovarsi con una nomination all'Oscar (anche se come non protagonista, il che non è del tutto vero) proprio grazie a The Messenger. Il suo ritratto misurato di un maestro di vita cinico apparentemente inossidabile, ma che dentro di sé nasconde demoni notevoli è sicuramente uno dei migliori lavori del 2009. Per fortuna, gli tengono testa sia un ottimo Ben Foster (Alpha Dog, X-Men conflitto finale) che la sempre bravissima (decisamente una delle migliori interpreti della sua generazione) Samantha Morton.

Un'ulteriore sorpresa arriva dalla storia. All'inizio, ci si chiede come si farà ad andare avanti per quasi due ore di 'missioni' così tristi. Eppure, la trama funziona bene, sia perché le variazioni sul tema sono sempre interessanti (in particolare il cammeo di Steve Buscemi, a proposito di grandi attori), sia per i rapporti che si instaurano tra i personaggi (la freddezza dell'incontro del protagonista con la sua fidanzata, a questo proposito, è esemplare), che danno vita a contrasti veri e sinceri.

Ecco, l'autenticità dell'opera è forse la caratteristica migliore di The Messenger, dal ritratto di un protagonista decisamente borderline, a una scena a un matrimonio che funziona benissimo e che poteva sfociare nel ridicolo involontario. Certo, qualche piccola sbavatura (magari per mostrare l'oscurità dei personaggi) ogni tanto c'è, ma in generale il regista esordiente Oren Moverman tiene bene le fila del suo ottimo cast, con menzione speciale per la lunghissima (ma certo non noiosa) scena in cucina tra Ben Foster e Samantha Morton. A questo punto, speriamo solo che i pessimi incassi americani (neanche un milione di dollari) non si ripetano in Italia...

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