Mercurio Loi 11: Il circolo degli intelligentissimi, la recensione
Abbiamo recensito per voi Il circolo degli intelligentissimi, l'undicesimo numero di Mercurio Loi
Mercurio Loi è una testata che ha sempre tratto forza dal rapporto duale tra diversi elementi: vita e rappresentazione, personalità pubblica e identità privata, azioni benevoli o malevoli. La natura duale crea contrasto, che a sua volta porta al dinamismo e innesca il motore delle storie. Questo aspetto, unito al genere giallo, permette a un autore di sottolineare i difetti dell'individuo - o di intere società - mostrando i punti deboli e i demoni personali di ognuno.
Dietro la maschera, i costrutti sociali e le convinzioni c'è innanzitutto la percezione di noi stessi in quanto individui autonomi. Questo episodio costruisce (e distrugge) la sfera emotiva più vicina al nostro essere, andando come di consueto ad attaccare tramite allegorie, metafore e rappresentazioni la natura stessa di Mercurio, Ottone e di altri personaggi ricorsivi della testata.
Per la prima volta, vediamo Mercurio fuori dalla sua comfort zone, vivendo un senso conflittuale con l'intelletto umano, in profondo contrasto con quanto visto durante le sue interazioni con Sciarada e con gli Scettici. Tutti i personaggi sulla scacchiera rappresentata dalle trame della testata si sentono destabilizzati dalla posizione atipica del suo protagonista.
Al di là dell'indagine in sé, Il circolo degli intelligentissimi presenta una critica molto forte al concetto di élite che si autodefinisce tale, mettendo in discussione il modo in cui si riesca a percepire se stessi in maniera più o meno verosimile. La vera natura delle cose viene mostrata come una questione molto soggettiva, con i dialoghi che aggiungono di volta in volta altri contenuti per interpretare i contesti mostrati dalle immagini.
Mai come in questo caso, la Roma papalina raccontata da Bilotta è uno specchio della nostra realtà, soprattutto di un periodo storico in cui l'immagine pubblica e l'identità personale vengono così spesso confuse o autodescritte in modo pomposo o poco veritiero.