Mercurio Loi 10: L'uomo orizzontale, la recensione
Abbiamo recensito per voi Mercurio Loi 10: L'uomo orizzontale, pubblicato da Sergio Bonelli Editore
Nella tradizione editoriale di Mercurio Loi, testata bimestrale targata Sergio Bonelli Editore, concepita e scritta da Alessandro Bilotta, il fattore temporale è un tema al centro della narrazione: il suo scorrere è percepibile, tavola dopo tavola, da passaggi cromatici che alternano il giorno e la notte, da inseguimenti concitati nei vicoli e sui tetti di Roma, e, nel caso di L'uomo orizzontale, decimo numero della serie, dalle pause spaziose e ad ampio respiro.
L'aspetto dell'albo che incuriosisce maggiormente è però l'alternanza visiva del tema legato alla verticalità e all'orizzontalità: Mercurio Loi sceglie di prendersi una pausa restando sdraiato sul divano, nonostante ci sia un nuovo mistero in città, e le vignette in cui dialoga con i suoi interlocutori vengono rappresentate in orizzontale, con la gabbia a doppia striscia tipica delle prime storie a fumetti; questa impaginazione viene alternata a quella tradizionale bonelliana, utilizzata nelle scene che vedono protagonista Ottone, dove viene conservata la memoria delle strip nella stilizzazione del disegno durante gli inseguimenti.
Mercurio Loi è stato fin qui protagonista di avventure con una trama a lento sviluppo orizzontale, scandita da storie con una verticalità marcata; L'uomo orizzontale è un albo che fa dell'eccezionale lentezza e della contemplazione il proprio centro. Le discussioni filosofiche e la presenza del barbiere di Mercurio (una mente illuminata con il cui il protagonista è solito confrontarsi) sono la cartina tornasole di un'esperienza che scorre a una velocità diversa dal solito, con Ottone che prova a viaggiare sulle proprie gambe in una realtà che, come scoprirà ben presto, difficilmente riuscirà ad adattare alla sua impulsività.
Come suggerisce la copertina di Manuele Fior, L'uomo orizzontale continua nella direzione fuori dal comune verso la quale viaggia la testata, mantenendo alto il livello qualitativo ed esaltando la tecnica di un Bilotta che riesce a padroneggiare il linguaggio e gli stili adattandoli alle proprie necessità narrative, numero dopo numero. Quella che sembra essere sempre più un'antologia di vicende di genere racchiuse nella stessa storia - sviluppata con il ritmo della vita legata alla Roma papalina - esprime in ogni albo quel sentore di vita straordinaria immersa nell'ordinario, figlia del guardare attentamente la quotidianità per coglierne gli aspetti eccezionali.