Men in Black 3, la recensione

Men in Black 3: ecco che succede quando non c'è nessuna idea, nessun motivo e nessuna voglia di fare un sequel ma lo si fa lo stesso...

Critico e giornalista cinematografico


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Se volete prendervela con qualcuno fatelo con Etan Cohen, che nulla ha a che vedere con il quasi omonimo "fratello Coen", ed è invece sceneggiatore tra i peggiori cui Hollywood può affidare un film. Se già l'idea di un terzo Men In Black ad anni di distanza dal secondo non sembrava eccessivamente calzante, in mano a lui diventa la cosa peggiore che un sequel possa diventare: un episodio televisivo con un 3D svogliato e impercettibile.

Guardando Men In Black 3 si ha la netta sensazione di trovarsi davanti alla versione elaborata di un episodio particolarmente lungo di una serie tv sul duo Will Smith / Tommy Lee Jones. Quella in cui Will Smith va indietro nel tempo per sistemare la "morte" di K in modo da poter quindi tornare nel presente senza che nulla, per fortuna, sia cambiato, così che il prossimo episodio possa andare in onda indisturbato.

Anche per questo motivo (ma non solo) aMen in Black 3mancano tutte le caratteristiche precipue del cinema, figuriamoci quelle di un sequel! Non c'è evoluzione dei personaggi, non c'è un tema forte, non c'è un'identità precisa nè un vero e autentico pretesto narrativo (o idea) che giustifichi la realizzazione del film.
 

Anche l'umorismo (ripetitivo al massimo se si conoscono gli altri due film) non è più divertente e vive del solo impegno dei due attori, anzi del solo impegno di Will Smith e del cammeo di Bill Hader nel ruolo dell'agente infiltrato nella factory sotto il nome di Andy Warhol.

Cosa ancora più grave, essendo passati anni dall'uscita del primo film, è anche chiaro a tutti cosa di quella serie sia rimasta nell'immaginario collettivo e cosa no, cioè cosa davvero fosse l'elemento interessante: la visione distorta del mondo, in grado di spiegare ogni stranezza e ogni follia come la "realtà delle cose a cui nessuno crede". Ignorare tutto ciò per inventare una storia di viaggi nel tempo e duello sul razzo in partenza per la Luna è veramente quanto di più pigro si potesse fare.

Fortunatamente per i produttori, in questi casi si dice che chi ha amato i due film precedenti andrà comunque a vedere questo terzo, a prescindere da quante cattive voci possano girare.

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