Memorie di Iris, la recensione

Keiko Ichiguchi accompagna i lettori al museo Stibbert di Firenze, con Memorie di Iris...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Il museo Stibbert di Firenze è una realtà importante nel panorama museale fiorentino, il quale però non è conosciuto quanto meriterebbe: la villa è composta da sale neo-gotiche e neo-rinascimentali che ospitano oltre 50mila oggetti d'arte, tra dipinti, porcellane, arredi, ventagli e bottoni. Al suo interno si possono trovare due primati: la collezione di armature più ampia del mondo (con quasi 16.000 pezzi) e la più grande collezione di oggetti giapponesi, tra katane e protezioni da samurai.
Forse proprio per questa raccolta di oggetti giapponesi Memorie di Iris - Una Notte al Museo è stato scritto e disegnato da Keiko Ichiguchi: quando è stato deciso di far realizzare un fumetto per promuovere il museo Stibbert, è sembrato naturale rivolgersi soprattutto ai lettori di manga, visto che spesso sono affascinati dalla cultura nipponica.
Il progetto di questo volume nasce infatti con l'idea di valorizzare una realtà culturale poco conosciuta, sfruttando un inusuale mix fumettistico: un manga realizzato e ambientato in Italia da una mangaka nata in Giappone ma che ormai da 20 anni vive in Italia.

Il protagonista è Wanny Di Filippo, fondatore di una pelletteria e designer, anziano personaggio realmente esistente e adatto a essere trasformato in fumetto grazie alla sua barba bianca e al suo look da uomo d'altri tempi. Quando il fantasma di un bambino gli appare e gli chiede di aiutarlo a cercare una spada appartenuta alla sua famiglia, l'uomo gli suggerisce di cercare al museo Strocchi, dove proseguirà l'avventura onirica; per ogni arma o armatura presente nella collezione, i due personaggi si ritroveranno ad attraversare il tempo e scoprire la storia che ogni oggetto cela al suo interno.
L'idea è semplice e viene sviluppata senza grossi sorprese, ma è comunque un fumetto piacevole. Si tratta però "solo" di una storia di 40 pagine in bianco e nero, quindi la principale perplessità è nella forma con cui Memorie di Iris è stato proposto al pubblico: un volume cartonato di grandi dimensioni che pubblica questa storia in modo autonomo, con un prezzo corrispondente a questo tipo di edizione, è forse un po' troppo pretenzioso per un racconto che non avrebbe sfigurato all'interno di un volume antologico composto da tante storie brevi; inoltre i disegni, che non avrebbero sfigurato in un albo in formato manga, faticano a reggere l'impatto di una stampa in un formato da cartonato francese.
Una storia sì piacevole, ma alla quale probabilmente è stata assegnata una collocazione editoriale un po' troppo elegante per la sua identità; un volume di questo tipo potrebbe essere venduto di sicuro al museo Stibbert, come piacevole souvenir da acquistare dopo una visita, ma se il vero intento dichiarato è quello di attirare visitatori, per garantire la diffusione massima così che il fumetto potesse informare più persone sull'esistenza del museo, l'ideale sarebbe stato un albo più piccolo, anche spillato, venduto a un prezzo ridotto e -perché no- magari distribuito anche nelle scuole della zona.

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