Medusa Deluxe, la recensione

Una corsa contro il tempo e un’immersione in un mondo poco raccontato sullo schermo e che è l’esempio di un cinema del tempo reale e insieme della più complessa orchestrazione finzionale.

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La recensione di Medusa Deluxe, disponibile su MUBI dal 4 agosto

C'è stato un omicidio al concorso regionale per parrucchieri. Poco prima dell’inizio della gara, nel backstage, è stato infatti ritrovato il cadavere di Mosca, uno dei parrucchieri in concorso. Chi l’ha ucciso? E qual era il suo movente? E infine: quanta ironia macabra ci può essere nel fatto che al disgraziato parrucchiere abbiano anche fatto lo scalpo?

Messa giù così potrebbe quasi far ridere, talmente è peculiare, la premessa di Medusa Deluxe di Thomas Hardiman. Realizzato totalmente in piano sequenza (con stacchi invisibili, ma ci sono) il film dipinge invece un piccolo mondo ben poco divertente e invece spietato e crudele: quello dei parrucchieri londinesi di alto livello, che qui - con la “scusa” dell’omicidio - ci vengono raccontati nella loro ambizione cieca, nel loro individualismo e nelle varie relazioni che intrattengono all’interno di tale contesto.

Medusa Deluxe è formalmente un whodunit, il tirante narrativo è capire chi ha ucciso Mosca e perché; come in tutti i più classici dei gialli, Hardiman ci mette dubbi su diversi personaggi e man mano svela retroscena che complicano la storia. In questo senso Medusa Deluxe ha un buon ritmo, svela le diverse informazioni dosando modi/tempi nel modo giusto, e la scelta del piano sequenza aiuta ad aumentare il senso di urgenza dei personaggi e del tempo che avanza inesorabilmente (qualcuno infatti dovrà parlare con la polizia prima o poi). Il tutto si svolge interamente nel claustrofobico palazzo del concorso, che esploriamo nel suo sviluppo labirintico.

Ciò che invece fatica a spiccare in questo divertente e colorato caos di lacche e pettini, Pantente pro-V usati come insulto e acconciature strabilianti a cura del grande Eugene Souleiman (per intenderci: quello che ha fatto i capelli iconici di Lady Gaga) è la consistenza dei singoli personaggi. A furia di intrecciare e coordinare la coreografia scenica, purtroppo si perde un po’ di vista l’approfondimento sui singoli caratteri, che invece hanno tutte le potenzialità per essere estremamente interessanti - sopratutto la parrucchiera Cleve, interpretata con una rabbia incredibile da Clare Perkins e che ha il respiro tragico di un personaggio shakespeariano (e infatti i primi minuti del film, dove proprio è lei a parlare, si ha la forte sensazione di una derivazione teatrale).

Medusa Deluxe è quindi più attraente nella forma (filmica, estetica), nella superficie e nell’esperienza in sé più che nell’insieme di queste con i personaggi. Una corsa contro il tempo e un’immersione in un mondo poco raccontato sullo schermo e che è l’esempio di un cinema del tempo reale e insieme della più complessa orchestrazione finzionale.

Siete d’accordo con la nostra recensione di Medusa Deluxe? Scrivetelo nei commenti!

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