Me Time, la recensione
La punta più bassa della già bassa categoria dei film con Kevin Hart per Netflix è uno spottone continuo alla piattaforma stessa
La recensione di Me Time, il film con Kevin Hart in uscita su Netflix il 26 agosto
Me Time è una piccola eccellenza nel suo genere, un filmaccio che davvero non ha nessuna voglia di niente, che con una trama assurda mette insieme la classica strana coppia (Kevin Hart è un padre indaffarato ed efficiente che affida i figli alla moglie una volta tanto per ritagliarsi dei giorni solo per sé e viene coinvolto da un vecchio amico che non vedeva da tempo in uno dei suoi compleanni assurdi e paradossali) e che lo fa solo per ribadire tutto il già detto. Ribadire il ruolo di Kevin Hart come attore di film per le famiglie, perdente inadeguato un po’ a tutto, pieno di tic e parodia dell’uomo medio; per ribadire il suo status di comico più famoso d’America; per ribadire la carriera parallela di Mark Wahlberg (che ai film d’azione affianca da tempo le commedie); e soprattutto per ribadire che Netflix è la casa della commedia.
Ci fosse un contesto realmente comico, ma realmente realmente, sarebbe tutto accettabile, sarebbe una parodia, sarebbe l’esagerazione del ribaltamento comico, sarebbe Daddy’s Home (film del 2016 con Will Ferrell, irresistibile nel suo fare product placement così sfacciato da risultare esilarante), e invece sembra il quarto film di una stiracchiata serie comica che non fa più ridere da tempo. Anche Mark Wahlberg, che più di una volta ha dimostrato di essere molto bravo con la commedia (non solo Ted, apice totale, ma anche la maniera in cui la porta in Uncharted) qui è rovinato, passa e ripassa così tanto sul suo personaggio comico (quello estremo, esagerato, che fa tutto bene ed è apparentemente super cool) da esaurire tutta la già scarsa forza comica che aveva all’inizio.
Me Time è l’esempio migliore di quando si sfrutta un meccanismo così tanto da usurarlo ma questo non è una ragione sufficiente per smettere di farlo.