Mayans MC 1x01 "Perro/Oc": la recensione
Le nostre impressioni sul pilot di Mayans MC
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Grezzo, sporco, immediato, violento. Così doveva essere e così è stato. Evidentemente Mayans MC non è Sons of Anarchy, ma non doveva esserlo. Questa è un'altra storia, che si concentra su altri personaggi e conflitti. Il protagonista è EZ Reyes, giovane recluta della banda che dà il nome alla serie. Ha un passato in galera e un futuro incerto. Lo vediamo fin da subito sfrecciare sul confine tra California e Messico, in un'inquadratura dall'alto che è già una dichiarazione d'intenti della serie. Ci sarà modo di parlare anche di tematiche sociali, immigrazione e quant'altro, ha dichiarato Sutter. L'ambientazione lo richiede, ma questa è una puntata che muove un passo dopo l'altro in sicurezza per mettere in chiaro i rapporti tra i personaggi, la violenza dell'ambiente in cui operano e i loro obiettivi.
L'episodio dura tanto – troppo – ma non annoia. Chi ha amato Sons of Anarchy, oltre a godersi alcuni riferimenti palesi, ritroverà il medesimo stile, la stessa violenza, quei lunghi momenti affidati alle canzoni in sottofondo che danno respiro agli eventi. Da rielaborazione della tragedia contemporanea quale è, Mayans non può poi basare tutto se stesso solo sul discorso della sopravvivenza di un gruppo di criminali per necessità, ma deve imperniare ogni conflitto sul binomio fiducia-egoismo, lo stesso che nella serie classica costringeva spesso a sacrificare parte della propria vita per il cluster. I personaggi sembrano avere le capacità di poter portare avanti un discorso del genere, e così gli interpreti, con J.D. Pardo, il protagonista, che esce bene da questo episodio.