Matrimonio a Parigi - la recensione

Senza la minima novità o intenzione di proporre un'idea diversa dal solito arriva l'annuale film "matrimoniale" di Massimo Boldi. Buona fortuna...

Critico e giornalista cinematografico


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Non sono gli abissi intellettuali a spaventare, nè i deserti di senso o gli oceani di pregiudizi. Nemmeno le cascate di doppi sensi da avanspettacolo degli anni '10 o le folate di razzismo. E' la totale assenza di novità. E' quella che ti annienta sotto la poltrona.

Massimo Boldi non è nè il primo né l'ultimo comico che porta al cinema film bene o male sempre uguali, sempre semplici e sempre poco divertenti, ma nessuno come lui ripete costantemente il medesimo canovaccio di idee non sue e già ripetitive a loro volta.

Da quando si è separato dalla Filmauro e dal cinepanettone ufficiale (passando da film con Natale nel titolo a film con Matrimonio nel titolo) sono stati loro i primi a beneficiarne: assieme a Boldi hanno perso infatti anche altri personaggi della medesima risma come Fichi d'India, Enzo Salvi e via dicendo. Insomma, la parte più fracassona e infantile che adesso si ammassa nei medesimi prodotti.

Matrimonio a Parigi è architettato come una commedia degli anni '50, in cui gli adulti sono i comici e danno vita a siparietti di incompetenza, cialtronaggine e stupideria varia, mentre i giovani sono i maturi che sviluppano storie d'amore e cercano di trovare un posto nel mondo. Su questo canovaccio l'intreccio intessuto è chiaramente poverissimo (ma davvero non è quello ad infastidire) e ancorato a un senso del comico che si appoggia sulla ripetizione di luoghi comuni riguardo extracomunitari, gay, meridionali e superdotati (nel cast c'è Rocco Siffredi che non interpreta se stesso, ma ugualmente si dà per scontata la sua nota caratteristica fisica).

Inutile dire che poco o nulla cambia l'inserimento di un personaggio come Guglielmo Scilla, noto ai più come Willwoosh, incastrato in un personaggio serioso e molto lontano da quello che "interpreta" nei sui video. Scilla è estremamente in parte nel suo piccolo ma l'impatto sul gradimento generale del film per ovvie ragioni non può che essere nullo.

Sarà stata l'uscita di altre commedie italiane molto popolari, di grande successo e molto carine nell'anno passato, ma mai come questa volta l'annuale film di Boldi mi è sembrato fuori dal tempo.

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