Un matrimonio esplosivo, la recensione
Il consueto matrimonismo delle commedie romantiche americane trova qualcosa di ancora più americano: la violenza contro i cattivi
La recensione di Un matrimonio esplosivo, dal 27 gennaio su Prime Video
C’è Jennifer Lopez al centro di tutto e insieme a Josh Duhamel rende possibile questo capolavoro di amore a mano armata, di guerriglia ad un passo dall’altare. La storia è che la coppia ha radunato famiglia e amici per il proprio matrimonio su un’isola e lì, proprio ad un passo dalla cerimonia, arrivano dei pirati che rapiscono tutti. In quel momento però gli sposi non sono insieme agli invitati e quindi possono trovare un modo di salvarli, lasciandosi dietro una scia di morti, nell’ordine fracassando crani, facendo esplodere esseri umani, sparando, ancora facendone esplodere altri e infine facendoli finire tra le pale di un elicottero in volo. Tutto con ironia. Sia chiaro.
Non è incoerente con le premesse d’azione, anzi. Un matrimonio esplosivo rimane fedele alla propria premessa di puntare sul corpo di Jennifer Lopez nel momento in cui contamina il suo essere commedia romantica con il genere che più di tutti dipende dal corpo, quello d’azione. Insieme a Duhamel farà di tutto (con un bel po’ di controfigure e green screen) in un tour de force di goffagine, coraggio e destrezza per rimarcare quello che ogni film sul matrimonismo vuole affermare, cioè che sposarsi (uno degli eventi più ordinari del nostro mondo) è qualcosa di eroico, eccezionale ed unico, che i parenti invitati sono i nemici da combattere e che la coppia che sì sposa attraversa una guerra per riuscirci. Solitamente sono metafore, stavolta accade.